MELONI NON SARÀ PIÙ LEAER DI ECR: L’ANNUNCIO IN CHIUSURA DI ATREJU. “CENTRI MIGRANTI IN ALBANIA SONO UN MODELLO UE”
Al centro dell’Europa pur non facendo ormai più parte della leadership partitica: così Giorgia Meloni sul finire del lungo discorso di chiusura alla festa FdI di Atreju a Roma ha annunciato il suo passo di lato dalla guida dei Conservatori Europei, carica ricoperta negli ultimi anni dopo la riconferma dello scorso giugno 2023. «Sto per dimettermi dalla carica di presidente dei Conservatori europei (ECR)», ha detto la Presidente del Consiglio sul palco della festa di partito dopo una tre giorni di convegni, ospiti e interviste anche a leader dell’opposizione (tra cui Conte e Calenda, ndr).
Dopo le difficili trattative sui Commissari Ue – con il via libera finale aa Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo dell’Unione Europea – i Conservatori sono stati contestati assieme ai Popolari per un nuovo “asse” di Centrodestra su cui è nata l’ultima squadra Von der Leyen: con la partenza ora della Legislatura, Meloni fa fede alla promessa già ribadita mesi fa, la famiglia ECR «merita di avere un presidente che possa occuparsene a tempo pieno. Presumo che fra quelli che si candideranno ci sarà anche il mio amico Mateusz Morawiecki».
Resta solido il gruppo dei Conservatori, impegnato ora ad una complessa fase di confronto possibili votazioni comuni con la “maggioranza Ursula”, vista la presenza di Fitto nel board di Bruxelles: a determinare però i profili del nuovo agire ECR in Parlamento Europeo, non sarà direttamente Giorgia Meloni nonostante oggi, più di due anni fa, i rapporti con Von der Leyen e il leader PPE Manfred Weber siano decisamente più vicini e collaborativi. Rimanendo sul tema UE, la Presidente del Consiglio nel suo discorso in video streaming e diretta tv nazionale tocca il tema dei migranti confidando pienamente nel progetto e protocolli con l’Albania, al netto degli scontri con i magistrati: «i centri funzioneranno, abbiate fiducia», rivendica la Presidente Meloni dal palco di Atreju 2024. Un accenno da segnalare è il forte attacco, per contenuti e toni usati, contro le mafie e in particolare nei confronti della Camorra che in passato purtroppo arrivava a “gestire” alcuni flussi dei migranti regolari nel nostro Paese. «Abbiamo buttato fuori i camorristi che occupavano le case popolari a Caivano, e anche qui», attacca la segretaria FdI, «i complimenti dei guru dell’antimafia alla Roberto Saviano li aspettiamo domani».
STELLANTIS, GIUSTIZIA E SANITÀ: GLI ATTACCHI DI GIORGIA MELONI ALLA SINISTRA, SUL GOVERNO INVECE “COMPATTI E STABILI”
Oltre un’ora di intervento (qui sotto il video integrale sui social, ndr) con Giorgia Meloni che tocca tutti i punti “caldi” del suo Governo, impegnato sulla difficile Manovra e contestato da sinistra su partiti, sindacati e parte della magistratura: sono le stoccate ai leader del “campo largo” a rappresentare i punti più netti dell’eloquio meloniano, a cominciare dalla rivale Elly Schlein accusata di contestare ideologicamente il Governo. «Abbiamo un approccio diverso dalla sinistra», rivendica Meloni attaccando chi fa «pregiudizi e favoritismi», così come per Stellantis anche su altre aziende, «quando si tratta di difendere occupazione e crescita ci trovate in prima fila a noi, perché il Pd non l’abbiamo visto arrivare. A Elly Schlein si inceppa la lingua quando deve dire Stellantis».
Ancora più dura Meloni si dimostra quando contesta i continui scioperi dei sindacati “rossi” contro l’esecutivo, specie se il leader della CGIL Maurizio Landini parla di rivolta sociale contro le politiche economiche del Governo: «è costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli», oltre che non potrebbe dire la verità fino in fondo in quanto gli scioperi il sindacato CGIL «non li fa per aiutare i lavoratori ma la sinistra». A completare gli attacchi – che suonano in realtà come una difesa delle tante polemiche sollevate contro il Governo Meloni – interviene la leader FdI sulla situazione delicata che vive il suo esecutivo in merito al mondo della giustizia: con una ANM che ancora oggi rivendica la piena mobilitazione contro la riforma Nordio, Meloni replica schietta nel voler “liberare” i magistrati dalla politica e dalle correnti, «una battaglia di civiltà per difendere il diritto di ogni magistrato capace e perbene di poter avanzare in carriera anche se non piega la testa al sistema delle correnti». Il n.1 dell’associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, in risposta al discorso di Meloni da Atreju contesta l’autonomia che verrebbe meno, secondo lui, con la riforma della giustizia del Governo: «siamo in grado di governarci da soli, l’associazionismo è vitale».
Dalla sanità, dove Meloni contesta le accuse di Schlein sui tagli alle spese del SSN («10 miliardi in 2 anni, serve la calcolatrice alla sinistra»), al lavoro dove Meloni schiaccia l’occhiolino alla platea di ospiti in quota Forza Italia («Governo ha creato 1 milioni di posti di lavoro, Berlusconi sarebbe fiero»), il discorso di chiusura ad Atreju non nasconde la presenza di tensioni anche all’interno della maggioranza, non bastevoli però per uno “strappo” al momento fuori discussione: «deludere la sinistra è il nostro sport preferito, arriveremo compatti alla fine del governo e oltre». Stabilità, compattezza come discontinuità rispetto al passato, la tenuta del Governo Meloni a livello nazionale si tramettono anche a Bruxelles dove Meloni rivendica un ruolo rinnovato per il nostro Paese: «è un’Italia che torna a correre e stupire, da osservato speciale diventa modello da seguire su molti fronti».
Ora il mio intervento ad Atreju!
Collegatevi. #Atreju2024 https://t.co/piXft34blx— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 15, 2024