Giorgio Ambrosoli è uno degli eroi dei nostri tempi, un esempio di onestà e di dovere per tutto il Paese che, a distanza di 40 anni dalla sua morte, continua a vivere nelle parole e nel ricordo dei figli, della moglie Annalori, ma anche di chi ha avuto la fortuna di lavorarci. La sua vita è stata sicuramente segnata dalla vicenda della Banca Privata Italiana di Michele Sindona, il cui crack finanziario porta l’avvocato a scoprire delle verità e degli accordi che lo portano pian piano ad essere isolato. Dopo cinque anni l’avvocato conclude  il procedimento di liquidazione riuscendo nell’intento di non salvare la Banca Privata Italiana. Non solo, Ambrosoli ha collaborato con la magistratura statunitense e l’FBI per incriminare Sindona al punto da conquistarsi il titolo di “nemico di Sindona”. Lo stesso Ambrosoli in una intervista disse: ” mi pare, sono diventato il nemico di Sindona ma non l’amico dei potenti. Ho dovuto pestare i piedi a troppa gente che sta nel Palazzo”. L’11 luglio del 1979 Ambrosoli, dopo aver consegnato in mattinata la rogatoria esce a cena con alcuni amici, ma nel rientrare a casa viene ucciso con tre colpi di pistola dal mafioso italoamericano William Aricò ingaggiato da Michele Sindona, che viene poi processato e condannato per l’omicidio. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Figlio di avvocato, inizia la sua carriera con Serbelloni

Giorgio Ambrosoli è stato un avvocato italiano assassinato dopo un’indagine svolta contro Michele Sindona in merito a diverse irregolarità legate alla direzione della Banca Privata Italiana. Nato il 17 ottobre del 1933, Ambrosoli muore a soli 46 anni per mani di un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona. Cresciuto in una famiglia conservatrice, Giorgio è figlio di Riccardo Ambrosoli, avvocato impiegato presso la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Proprio come il padre, anche il figlio una volta completati gli studi del liceo si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza nel 1952. Sei anni dopo consegue la Laurea in Giurisprudenza con una tesi dedicata al Consiglio Superiore della Magistratura. Successivamente comincia la sua carriera presso lo studio legale Cetti Serbelloni. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Chi è Giorgio Ambrosoli?

La vita di Giorgio Ambrosoli sottolinea l’animo da eroe che l’avvocato ha incarnato per lungo tempo e che lo ha condotto fino alla morte per mano di terzi. Gli anni più cruciali della sua carriera sono legate al ruolo di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana guidata da Michele Sindona, un incarico che gli è stato assegnato a fine anni settanta e che lo vedrà al fianco di Silvio Novembre, il maresciallo della Guardia di Finanza, per cinque anni. La sua storia verrà raccontata in Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio, una docufiction di Rai 1 che andrà in onda nella prima serata di oggi, mercoledì 18 dicembre 2019. Il suo volto sarà quello di Alessio Boni, mentre la trama si concentrerà su quei particolari cinque anni in cui l’avvocato ha messo in luce la corruzione interna ad un sistema politico e finanziario presente nei sotterranei della Banca Privata Italiana. A quarant’anni di distanza dal suo assassinio, Ambrosoli continua ad essere un esempio di virtù rarissimo, soprattutto alla luce delle minacce ricevute fin dal ’75.



Giorgio Ambrosoli, la denuncia alla ragnatela di Michele Sindona

Giorgio Ambrosoli sarà il primo a trovare il coraggio di denunciare la ragnatela che Michele Sindona ha tessuto grazie alla Banca Privata Italiana e ad un forte appoggio della politica italiana. “Ha fatto quello che riteneva giusto”, dice il figlio Umberto Ambrosoli, “per evitare che lo Stato, con i soldi dei contribuenti, pagasse per l’enorme buco causato da un singolo”. Le minacce di morte così non mancheranno per l’avvocato incaricato di commissariare il crack della banca, ricevendo un primo colpo nel marzo del ’79 a causa dell’accusa verso i due unici alleati, il governatore Paolo Baffi e il capo della vigilanza Mario Sarcinelli, che in seguito verranno prosciolti dal favoreggiamento personale. Ormai rimasto solo con il solo e fidato maresciallo Silvio Novembre, Ambrosoli vivrà un isolamento forzato che spingerà i suoi detrattori a spingersi verso minacce telefoniche. Si pretende che l’avvocato ritratti la testimonianza resa agli americani per via dell’indagine sul Banco Ambrosiano, ma terminerà tutto nel luglio del ’70, quando Ambrosoli verrà avvicinato sotto il portone di casa e ucciso da William Joseph Aricl, un americano malavitoso.