Per Giorgio Armani – personaggio mai banale quando prende la parola – la pandemia potrebbe essere un’occasione: nello specifico, per cambiare il mondo della moda nel quale fatica a riconoscersi. Lo ha detto in una lettera scritta a Women’s Wear Daily (WWD), una delle riviste di settore più autorevoli in materia: per il celebre stilista, da quasi 20 anni anche proprietario dell’Olimpia Milano, il Coronavirus ha aperto una crisi che però sfruttata a dovere sarebbe anche una “meravigliosa opportunità per rallentare tutto, per riallineare tutto, per disegnare un orizzonte più autentico e vero”. Armani non parla specificamente di Covid-19, arrivando a citarlo appunto come il classico “imprevisto” che può e deve essere sfruttato a dovere; la sua lettera invece parte dalla constatazione che il sistema moda sia in declino, che sia diventato immorale da quando il settore del lusso “ha adottato le modalità operative del fast fashion con il ciclo di consegna continua”.
GIORGIO ARMANI ATTACCA LA MODA
Un sistema che secondo Giorgio Armani ha un unico scopo: vendere di più e fare soldi, perdendo però la principale missione che sarebbe quella di creare capi d’abbigliamento che durino nel tempo. “Non ha senso che una mia giacca o un mio tailleur vivano in negozio per tre settimane, diventino immediatamente obsoleti” e siano immediatamente sostituiti da merce nuova che, agli occhi dello stilista (che certo qualche titolo per parlare dell’argomento lo ha guadagnato), non è nemmeno troppo diversa. Il capo deve resistere alle stagioni e agli anni, ed è per questo stesso motivo che Armani si dice contrario al fatto che nelle boutique ci siano vestiti di lino in pieno inverno e cappotti di alpaca in estate. “Chi acquista vestiti per metterli dentro un armadio aspettando la stagione giusta per indossarli?”. Nessuno o pochi, risponde lui stesso: la mentalità dominante oggi è quella dei department store, invece lui auspica che “le collezioni estive rimangano in boutique almeno fino ai primi di settembre, come è naturale che sia”.
E’ per questo che Giorgio Armani sta lavorando da almeno tre settimane con i suoi team perché questo si realizzi: secondo lui nel mondo della moda gli sprechi stanno diventando troppi, così anche la spettacolarizzazione. Ecco allora come può “aiutare” il Coronavirus: riuscendo a ridare valore all’autenticità. Lo stilista è stanco di vedere sfilate in giro per il mondo con il solo scopo di rivelare spettacoli magniloquenti che si rivelano “inappropriati e volgari”. In più ci sarebbe il tema dell’inquinamento prodotto dai viaggi, gli sprechi di denaro per gli show che sono “pennellate di smalto apposte sopra il nulla”. Pertanto la pandemia è sì un periodo negativo e difficile, ma “ci offre la possibilità, unica davvero, di aggiustare quello che non va, di togliere il superfluo, di ritrovare una dimensione più umana”. Il mondo della moda saprà ascoltare questo messaggio?