Giorgio Armani, stilista e imprenditore della moda di inenarrabile successo, si è raccontato sulle colonne di “Libero”, con particolare riferimento all’edizione in edicola oggi, sabato 18 settembre 2021. L’intervista a “Re Giorgio” si è aperta con la storia della genesi di Emporio Armani, marchio nato perché “era il momento di riconoscere che i giovani potevano essere parte del nascente culto della griffe e che erano un nuovo pubblico a cui rivolgersi. Per l’abbigliamento l’offerta era scarsa. Il vuoto di mercato era evidente, e ho pensato di inserirmi. La risposta è stata immediata, travolgente, e l’aquilotto divenne ben presto un simbolo in cui riconoscersi”.



Un aquilotto ideato in maniera casuale, disegnato una sera “mentre ero al telefono. Si ricorda e per questo mi piace l’aquila come sinonimo di libertà, di vedute ampie, di forza, di coraggio. Bisogna evolversi, e certo non ho paura di farlo. E l’aquila ha una vista acuta. Il pubblico di Emporio, oggi, è più ampio e trasversale, in accordo con i tempi che sono cambiati. Il marchio è diventato un brand contenitore, nel quale ciascuno può trovare qualcosa”. Delle critiche, poi, Giorgio Armani non si è mai curato e ha sempre risposto andando avanti per la sua strada, convinto che il marchio si sarebbe imposto. Ha avuto ragione lui.

GIORGIO ARMANI: “VI SVELO IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con il quotidiano “Libero”, Giorgio Armani ha svelato il segreto del suo successo, che, molto semplicemente, risiede nell’osservare la realtà che gli sta intorno, anche attraverso gli occhi delle persone che gli sono vicine, per coglierne i più piccoli cambiamenti. Lo stilista ha quindi dichiarato di non sentirsi legato a un capo in particolare, ma a un’attitudine: “Libera, personale, metropolitana. Questo per me è Emporio ed è per questo che non ha età”.

“Re Giorgio” ha poi aggiunto che, a seguito della pandemia di Coronavirus, anche nel mondo della moda si respira voglia di libertà, di comfort, di sicurezza, ma anche di esuberanza, di tornare a vestire per divertirsi. Il virus “mi ha insegnato che non si può pianificare troppo in anticipo. Sono un maniaco del controllo, ho sempre avuto bisogno di pianificare tutto con largo anticipo, ma adesso ho imparato a godermi di più le cose e a lavorare giorno per giorno, e cerco di stare il più possibile vicino ai miei cari, perché non si sa mai cosa porterà il futuro. Vivere il momento è importante: esserci, essere presenti”.