Giorgio Armani ha le idee chiare sul futuro della moda che deve “Ritornare a essere vera, a essere pensata per vestire le persone nella vita di ogni giorno, non come esercizio di comunicazione.” Un pensiero che lo stilista palesa in un’intervista a Esquire, durante la quale racconta com’è nata la collezione Emporio Armani: “Negli anni Ottanta i giovani guadagnavano la scena e una loro indipendenza, ma per il loro abbigliamento l’offerta era scarsa. Non c’era nulla che seguisse il culto nascente della griffe. Il vuoto di mercato era evidente, così ho pensato di inserirmi con una proposta: una linea che nascesse dalla mia attenzione ai cambiamenti della società, a prezzi più accessibili.” Una collezione che si è rivelata un vero e proprio successo, da lui definito ‘travolgente’ al punto che “l’aquilotto è diventato un simbolo in cui riconoscersi e aggregarsi”.



Giorgio Armani, da Emporio alla concezione del corpo

Giorgio Armani ha reinterpretato la moda, dando una visione più moderna anche della visione del corpo e delle sue forme. Lo stilista, infatti, nel corso dell’intervista la spiega: “Le mie linee hanno rispecchiato fin da subito una nuova coscienza del corpo, legata anche al progresso maturato nel rapporto fra i sessi nei decenni precedenti. Caduti molti tabù, si è imparato a conoscersi, a criticarsi e ad amarsi senza un malinteso senso di pudore.” Armani sottolinea l’importanza di prendere coscienza del proprio corpo, e “non avere timore dell’abbigliamento e di una vera libertà di scelta.” Tanto che lo stilista, in conclusione, ammette “Direi che ho insieme seguito e inventato questa nuova attenzione al corpo”.

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