Tra Giorgio Avola e Bebe Vio è solo gossip?
Con la partenza delle Paralimpiadi di Tokyo 2020 si accende il gossip su un possibile flirt tra i due schermidori italianiGiorgio Avola e Bebe Vio. Alcune settimane fa i due atleti sono stati paparazzati insieme dal settimanale Oggi intenti a pranzare insieme sul laghetto di Tor Di Quinto. Le foto ritraevano la 23enne Bebe Vio in compagnia del campione olimpico di fioretto Giorgio Avola di 30 anni. Per la campionessa delle Paralimpiadi di Rio 2016 è arrivato il tempo di un nuovo amore? Le foto con lo schermidore della squadra Olimpica specializzato nel fioretto hanno fatto scoppiare il gossip; del resto i due hanno diverse cose in comune e chissà che questa condivisione di interessi non possa davvero far scattare un amore tra loro oppure una semplice amicizia.
Intanto il campione olimpico di fioretto parlando del suo sport ha fatto una doverosa precisazione tra fioretto e spada: “il fioretto è l’arma per eccellenza. La scherma è il fioretto e quando si inzia a fare scherma si inzia dal fioretto perchè è quella che richiede più capacità e qualità. Poi chiaramente qualcuno può essere più portato verso un’altra arma e si cambia cammin facendo”.
Chi è Giorgio Avola?
Giorgio Avola si è raccontato dalle pagine di athletama e si è definito “un atleta-studente”. Avola non nasconde che si è accorso sin da giovanissimo di avere un talento naturale: “la destrezza della mano e del pensiero credo siano qualcosa d’innato: per questo ho deciso d’investire tutti miei sforzi nel fioretto. Nel tempo l’arma è diventata un prolungamento del mio corpo… E non è un modo di dire. In una tesi sperimentale di Psicologia hanno scoperto che il mio cervello identifica a tutti gli effetti il fioretto come una parte di me”.
L’atleta ha poi ricordato un momento difficile della sua vita: “alle Olimpiadi di Rio ho dovuto affrontare la prima grande batosta della mia vita. Ho ricevuto delle critiche e mi sono reso conto che, spesso, non si è obiettivi quando si parla di un atleta. Il mondo esterno tende ad avere uno sguardo ‘fotografico’ delle nostre carriere, relativo ad un singolo momento, un frame, e non al tempo speso per raggiungere quel momento stesso”.