Giorgio De Stefano, il fidanzato di Silvia Provvedi, rischia 20 anni di carcere. Questa è almeno la richiesta di condanna di Giovanni Bombardieri, procuratore di Reggio Calabria, al termine della requisitoria del troncone del processo “Epicentro” che si celebra in rito abbreviato in tribunale. Come evidenziato dal Fatto Quotidiano, uno dei principali imputati è “Malefix”, soprannome del compagno dell’influencer ed ex concorrente del Grande Fratello.
Il giovane rampollo dell’omonimo clan ‘ndranghetista di Archi, che gestisce a Milano un ristorante frequentato da personaggi famosi, è tra i 59 imputati (tra boss e gregari delle principali famiglie mafiose della città dello Stretto) per i quali il procuratore ha chiesto in tutto quasi 800 anni di carcere. Il processo nasce da tre inchieste che hanno stroncato le cosche reggine De Stefano-Tegano-Molinetti, i Libri, Condello, Barreca, Rugolino, Ficara, Latella e gli Zito-Bertuca. Le principali accuse contestate sono associazione mafiosa, estorsione e danneggiamento.
‘NDRANGHETA, LE RICHIESTE DEL PROCURATORE E LE INDAGINI
Per 15 imputati è stata chiesta la condanna a 20 anni di carcere, il massimo della pena prevista. Tra questi c’è appunto “Malefix”, al secolo Giorgio De Stefano. Per gli altri le richieste vanno invece dai due anni e sei mesi ai 18 anni di reclusione. Secondo Stefano Musolino, Walter Ignazitto e Giovanni Calamita, pm della Direzione distrettuale antimafia (Dia), le cosche non operavano solo nel territorio della provincia, ma sull’intero territorio nazionale e all’estero, tramite “una consolidata e comune sinergia operativa”.
A Reggio Calabria è stata individuata una ‘ndrangheta “destefanocentrica”, dove si era instaurata una sinergia tra le famiglie mafiose a prescindere da divisioni e contrapposizioni del passato. Il pm Ignazitto, che nelle precedenti udienze ha ripercorso le tappe delle indagini, “tutto ruota attorno ai De Stefano”, nello specifico ad Archi, dove “comincia e finisce la ‘ndrangheta di Reggio Calabria e forse la ‘ndrangheta di tutta la provincia”. I pm hanno definito la cosca De Stefano come “la più potente e la più autorevole”, quella di fronte a cui “tutti alla fine fanno un passo indietro”. Per i pm è una ‘ndrangheta di “serie A”.