Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo ospite della nuova puntata di Che tempo che fa, il talk show di successo condotto da Fabio Fazio domenica 22 marzo 2020 in prima serata su Rai2. Naturalmente Gori sarà in collegamento per parlare della città di Bergamo e dell’emergenza Coronavirus che ha letteralmente messo in ginocchio la ridente cittadina lombarda. Sono giorni di grande dolore e difficoltà per il sindaco di Bergamo che si è trovato constatare come il numero di decessi siano quadruplicato e in alcuni casi quintuplicato rispetto allo scorso anno. Ad affermarlo è stato proprio Giorgio Gori: “in una dozzina di comuni, tra i quali quello di Bergamo, abbiamo verificato che il numero dei decessi registrati all’Anagrafe è quattro, cinque volte superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno”. Numeri che fanno paura e che sono legati alla pandemia mondiale da Covid 19 che in Italia ha colpito in modo particolare la Regione Lombardia. “C’è, in questo momento, un numero molto consistente di persone che, purtroppo, muore per il virus – lo dico perché la causa di morte di queste persone è quasi sempre polmonite – ma che non vengono censite come vittime del virus perché nessuno mai ha fatto un tampone, né prima del loro decesso né dopo” ha detto il primo cittadino di Bergamo che nelle ultime ore ha anche chiesto delle misure ancora più restrittive per cercare di ridurre il contagio e i decessi. “Sollecito una ulteriore restrizione, sicuramente per la Lombardia e per questa provincia, se non per tutto il Paese, delle attività di impresa, delle attività economiche” le parole di Gori.



Giorgio Gori: “abbiamo bisogno di medici e di infermieri”

I decessi per Coronavirus hanno toccato cifre davvero impensabili. Basti pensare che i morti in Italia sono di gran lunga superiori a quelli registrati in Cina. Dati reali che oggi smentiscono le prime voci iniziali legate al virus Covid 19 descritto come una semplice influenza. A fare mea culpa è anche Giorgio Gori che, proprio come Beppe Sala, si era fatto promotore del messaggio “Bergamo non si ferma”. “Sì, era una sottovalutazione” ha dichiarato il sindaco di Bergamo durante un’intervista all’Huffingtonpost precisando anche: “in questa provincia il numero dei decessi a causa del virus è di gran lunga superiore a quello delle statistiche ufficiali. Molti malati anziani muoiono di polmonite a casa loro, o nelle case di riposo, senza che nessuno abbia fatto loro un tampone, né prima né dopo il decesso”. L’allarme a Bergamo è altissimo e proprio per questo motivo il marito di Cristina Parodi ha lanciato un vero e proprio appello: “abbiamo bisogno di medici e di infermieri, di ventilatori polmonari, di dispositivi di protezione per evitare che gli operatori sanitari si ammalino”. Non solo, il primo cittadino ha anche anticipato: “domani serviranno anche forti aiuti economici, per rimettere in piedi questa terra in difficoltà, ma oggi le priorità sono tutte sanitarie”.

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