Giorgio Lupano, attore torinese di 53 anni, si avvicina al debutto a Roma con il suo “Benjamin Button”. Con la regia di Ferdinando Ceriani e l’adattamento di Pino Tierno, lo spettacolo racconterà proprio la vita dell’uomo nato vecchio e morto neonato, storia nata dalla celebre e inimitabile penna di Scott Fitzgerald. “Ne Il curioso caso di Benjamin Button, Scott Fitzgerald usa un tono umoristico e lieve. Per questo, Benjamin considera normali tutte le cose meravigliose che gli accadono”, racconta l’attore a Il Messaggero.



Nel 2008, sul grande schermo, Brad Pitt diventò Benjamin: “Un bel film, ma con troppi effetti speciali. Secondo me, si enfatizzava troppo la storia d’amore, che nel racconto prende solo un piccolo spazio. Anche perché tra i due l’amore si può realizzare solo in quel breve periodo di tempo in cui l’aspetto e l’età di Benjamin coincidono”, rivela Lupano. Il tempo e l’immagine non spaventano l’artista nella vita reale: “Sono abbastanza sereno. Voglio dire, non voglio sembrare più giovane né ci tengo a invecchiare prima del tempo. Ovviamente, non posso nascondere che mi piacerebbe tornare ai vent’anni“.



Giorgio Lupano: “Bisogna mettersi nei panni degli altri”

La tenerezza, secondo Giorgio Lupano, è un sentimento fondamentale, che tutti dovrebbero provare, attori in primis. A Il Messaggero, rivela: “Dovremmo essere più teneri e compassionevoli l’uno verso l’altro. Non è sempre facile. Diciamo che sono abbastanza empatico per natura. D’altro canto, essere empatici è fondamentale per un attore. Bisogna osservare, mettersi nei panni dell’altro”.

A proposito di teatro e di cinema, c’è un regista con il quale l’attore vorrebbe lavorare più di altri. Si tratta di “David Lynch. Nessuno come lui ha saputo leggere la psiche umana. Conosco tutti i suoi film a memoria, e considero i primi venti minuti di Twin Peaks qualcosa di inarrivabile dal punto di vista cinematografico. Purtroppo, Lynch ha poco dichiarato di aver smesso di fare film. Ma, forse, se gli arrivasse la notizia che un attore italiano vuole lavorare con lui, chissà…”.