Giorgio Mastrota a tutto tondo ai microfoni di Oggi è un altro giorno. “Io non volevo fare televisione. Sono contento di ciò che ho fatto e ciò faccio, ma sempre con un animo leggere. Stavo facendo scienze politiche a Milano e ho amici ancora di quei tempi. Non avevo il fuoco sacro e mi è capitato”, ha esordito il celebre volto televisivo nel salotto di Serena Bortone, ripercorrendo la sua carriera.
Tanti i punti di riferimento, a partire da Gianfranco Funari e Mike Bongiorno: “Gianfranco Funari era un animale televisivo, guardava dritto in camera e non aveva timore, gestiva lo studio come casa sua. La forza di Mike era invece la normalità, una parola che sembra desueta, ma in realtà è una forza. Io mi definiscono una persona normale. La mia follia è l’aver rifiutato alcune cose, ma proprio qui ha vinto la normalità”. Tanto successo, ma anche una vita serena: “Ora vivo in montagna, a Bormio. Mi hanno sempre pagato bene con le televendite, è un lavoro che mi ha dato grande continuità e la continuità alla fine paga. A volte hanno scritto cifre fuori da ogni logica, come 900 mila euro all’anno, ma ho sempre lavorato bene”.
Giorgio Mastrota a tutto tondo
Giorgio Mastrota ha parlato del suo rapporto con le televendite, rivelando un aneddoto: “Mi sento appagato di ciò che ho fatto. Negli anni Novanta la televisione dava tanto, ho fatto di tutto. La cosa più bizzarra che mi hanno chiesto di vendere? I santini, ma non l’ho fatto. Una volta c’era l’abitudine di vendere di tutto, soprattutto sulle televisioni private, mentre ora c’è più controllo”. Giorgio Mastrota si è anche soffermato sull’amore con Natalia Estrada, in particolare del periodo post-separazione: “Mi sono divertito per tre-quattro anni dopo la separazione con Natalia Estrada, ma poi sono tornato l’uomo ideale che era in me (ride, ndr). Mi sono divertito, uscivo, c’era un po’ il gusto del proibito senza dover rendere conto a nessuno, agli amici o ai followers. Oggi mi alzo alle sei del mattino, mentre prima tornavo a casa a quell’ora. E’ stato un periodo di rottura, come quando hai la ribellione dei 16-17 anni: io l’ho avuta a 40 anni”.