Il caso di Giorgio Medaglia a Chi l’ha visto

Il caso di Giorgio Medaglia il giovane della provincia di Lodi scomparso il 28 giugno 2020 e trovato senza vita nell’Adda pochi giorni dopo, il 3 luglio, è stato affrontato dalla trasmissione Chi l’ha visto nella puntata del 6 luglio scorso. Una storia drammatico che racchiude ancora molti aspetti misteriosi. “Avevamo programmato questa vacanza, lui aveva proposto a me di andare al mare, era stato un anno difficile, c’era stato il Covid. Aveva invitato i suoi amici del cuore per fare una gita”: a parlare ai microfoni di Chi l’ha visto è la madre di Giorgio, che ribadisce come il figlio avesse tanti progetti. Appena quattro giorni prima di partire però, di Giorgio si perdono le tracce. Due giorni dopo il suo scooter viene ritrovato a 4 km da casa, in una strada appartata. Il 3 luglio, 15 km più lontano, riemerge il corpo di Giorgio dal fiume Adda.



La trasmissione Chi l’ha visto ha messo uno dietro l’altro tutti gli elementi che non tornano in merito alla morte di Giorgio Medaglia. Sul suo motorino vengono ritrovati due caschi: “Uno era quello preferito da Giorgio che metteva sempre, l’altro era uno schifo di casco, tutto nero, ammaccato, sporco. Mio figlio non lo avrebbe mai messo”, ha spiegato la madre. Ma dunque, di chi era quel casco? A distanza di due anni non è ancora stato esaminato.



Cosa non torna nella morte di Giorgio Medaglia

Ad intervenire alla trasmissione Chi l’ha visto nell’ambito del giallo sulla morte di Giorgio Medaglia è stato anche il criminologo Biagio Carillo che ha commentato: “L’autopsia ci dice delle cose molto interessanti. Innanzitutto nel sangue di Giorgio c’è un tasso alcolometrico molto alto di 1,23 che corrisponde a una condizione di alterazione psicomotoria, quindi uno stato di ubriachezza”. Eppure Giorgio era da sempre astemio. Per la madre questo rappresenta un altro mistero: “Non avrebbe mai bevuto, invece era ubriaco”. Un’altra cosa che sicuramente Giorgio non avrebbe mai fatto spontaneamente era farsi il bagno nel fiume: “Lui aveva paura dell’acqua”. Eppure è morto ubriaco annegando nel fiume. Inoltre, quando è stato ritrovato indossava un pantaloncino rosso non suo.



In merito a questo cambio di vestiti, la madre ha avanzato una ipotesi: “Dopo aver bevuto alcol sarà stato male, penso abbia anche vomitato e qualcuno gli ha prestato questo pantaloncini rossi”. Un altro elemento che porterebbe a pensare che quella sera Giorgio Medaglia fosse in compagnia è proprio il luogo del ritrovamento della moto: da dove viene lasciato il motorino all’Adda avrebbe dovuto percorrere un lungo tragitto che da ubriaco sarebbe risultato complicato. “E’ impossibile che Giorgio fosse solo quando si è avvicinato all’Adda”, ha commentato anche l’avvocato della madre. In questa storia c’è un testimone che sostiene di aver visto un ragazzo parcheggiare il motorino proprio di fronte a casa sua. “All’epoca fece una descrizione molto dettagliata”, ha spiegato la madre. Tuttavia il testimone ritratterà tutto asserendo di essersi confuso ed oggi fornisce una nuova versione spiegando all’inviata di Chi l’ha visto di non volerne più parlare. C’è poi il giallo della telefonata ricevuta dal ragazzo prima si uscire di casa: dall’altra parte del telefono c’è un amico di Giorgio che quel giorno provò a chiamarlo anche due volte la mattina ma che alla madre disse di non sapere nulla di lui. Contattato oggi dice di non ricordare il motivo per cui l’aveva cercato.