Nuova richiesta di archiviazione delle indagini sulla morte di Giorgio Medaglia, il 30enne scomparso da casa il 28 giugno 2020 e trovato morto annegato nell’Adda sei giorni dopo. Dopo la richiesta di riapertura delle indagini avanzata dalla mamma, la procura di Lodi ha chiesto per la seconda volta l’archiviazione delle indagini. Era stato il gip di Lodi, nell’aprile scorso, su sollecitazione della madre di Giorgio Medaglia, a chiedere nuove indagini dopo la prima archiviazione “per non essere emerse responsabilità di terzi“, ma dopo aver approfondito di nuovo il caso, con ulteriori analisi sui telefoni cellulari e interrogatori di persone che potrebbero aver incontrato il ragazzo nelle sue ultime ore di vita, è stata quindi richiesta nuovamente l’archiviazione.



Si esclude ora anche l’ipotesi di responsabilità per istigazione al suicidio. Ma Ombretta Merigi, mamma di Giorgio Medaglia, non si arrende: “Io ho una certezza, vado avanti, se avessero fatte prove scientifiche, magari sul casco che non era quello di Giorgio… Ho chiamato il mio legale che chiederà il fascicolo, a lui al momento non è stato notificato nulla“, ha dichiarato a Il Giorno. Si tratta per il momento di notizie informali.



LA MAMMA DI GIORGIO MEDAGLIA “TANTE ANOMALIE…”

Sono molto provata, in primis per mio figlio, e poi perché le mie parole non contano nulla“, ha aggiunto la mamma di Giorgio Medaglia. Sono tante le anomalie. Ad esempio, è stato trovato col tasso alcolemico molto elevato, ma era astemio. “Non c’è niente che torna, la conclusione è questa e basta. Qualunque cosa io dica non cambia una virgola“. Ombretta Merigi è affranta: “Dicono di aver sentito nuovamente delle persone, ma non si sa quali. Secondo me questo fascicolo si è aperto con il finale già fatto. Non vogliono cambiare versione, è assurdo tirare queste conclusione“. La donna è intervenuta anche a Lombardia Criminale: “Vogliono chiudere il fascicolo perché non si possono più vedere le telecamere, a me sembra un’ammissione di colpa, colpa di chi non ha fatto il suo dovere“.



C’è poi l’anomalia dei vestiti: Giorgio Medaglia è stato trovato con dei pantaloncini rossi che la mamma non ha riconosciuto come quelli del figlio, peraltro di una misura più piccola. Vengono poi trovati due caschi sullo scooter, quindi non era solo? “Questo casco che non è di Giorgio non è stato analizzato, perché? Si poteva estrarre il Dna, quindi si poteva trovare la prova inconfutabile di terze persone. A me devono dare prove scientifiche e inconfutabili“. La donna ha avanzato delle ipotesi: “Se si è fermato volontariamente, allora erano persone che conosceva. Se poi è stato obbligato questo non lo so. Non avrebbe mai abbandonato il motorino. Da lì all’Adda c’è un chilometro. A riva i cani non sentono la presenza di Giorgio, invece dal punto del motorino non si muovono, quindi potrebbe essere stato caricato su una macchina“. Infine, ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché prenda in mano il caso.