La storia di Giorgio Medaglia, 34enne trovato morto nell’estate di due anni fa nel fiume Adda, è stata raccontata nel corso della trasmissione I Fatti Vostri, nella puntata di oggi 21 aprile, insieme alla madre dell’uomo. Inizialmente si era pensato ad un caso di suicidio ma grazie alla mamma Ombretta che non si è mai rassegnata a tale drammatica ipotesi, sono state disposte delle nuove indagini. La donna in diretta tv ha spiegato perché non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio: “Non lo credo perché era un periodo in cui Giorgio stava bene. Era un periodo positivo, avevamo organizzato la vacanza a La Spezia”, ha commentato la madre. Giorgio aveva organizzato tutto e si era messo d’accordo con alcuni amici che lo avrebbero raggiunto per una gita in motoscafo.
Giorgio Medaglia non si sarebbe mai suicidato: ne è convinta fortemente mamma Ombretta che lo ha descritto come “una persona buona”. “Se mio figlio si è fermato con il motorino volontariamente, è perché si è fermato per una persona che lui conosceva”: è questa l’ipotesi della donna. A suo dire, in caso contrario non si sarebbe mai fermato.
Morte Giorgio Medaglia: suicidio? Le anomalie descritte dalla madre
Era il 28 giugno del 2020 quando Giorgio Medaglia fece perdere le tracce dopo essere uscito per fare un giro in motorino dal quale non tornò più. Intorno alle 4 del mattino, la madre si svegliò e controllando nella stanza del figlio si rese conto che era vuota: “Siccome ho la casa a due piani, sono andata a vedere se fosse al piano inferiore e non c’era, ma c’era il suo cellulare. Allora ho iniziato a contattare tutti i suoi amici ma nessuno sapeva niente”. Due giorni dopo la sua scomparsa, a circa 5 chilometri da casa fu rinvenuto il motorino di Giorgio. Un testimone disse di aver detto un altro ragazzo molto più esile di Giorgio, in sella al motorino. E’ possibile che il ragazzo abbia prestato il mezzo a qualcuno? “No”, è stata la risposta secca della madre, intervistata da Salvo Sottile.
“Mio figlio il motorino non lo prestava a nessuno perché era come la sua Ferrari, era legatissimo”, ha commentato la donna. Il 3 luglio, il corpo del figlio riaffiora dalle acque dell’Adda: “Mi chiamarono i carabinieri per dirmi che c’era stato un avvistamento. Mi sono recata subito da loro che mi dissero che si trattava del ritrovamento di un cadavere”. Giunti sul luogo trovarono il corpo di Giorgio che la madre lo riconobbe dagli indumenti e da altri oggetti personali. Ad alimentare i dubbi della madre, furono alcune anomalie: “Quando ho visto il cadavere di mio figlio si è avvicinato un carabiniere dicendomi che Giorgio indossava dei pantaloncini rossi ma lui non ne ha mai posseduti. Quando il mio avvocato ha visto la foto nel fascicolo, si trattava di pantaloncini rossi da ginnastica, ma mio figlio non ne ha mai avuti”. Ad essere certo che non sia stato suicidio, anche il migliore amico della vittima. Nelle settimane successive al ritrovamento del corpo, gli investigatori hanno subito escluso l’atto estremo: “Continuavano a dirmi che era stata una disgrazia, ma a me non basta questo”, ha commentato la donna. Un altro mistero è legato al cellulare del ragazzo ed alle telefonate eseguite proprio nel giorno della scomparsa, “perché dai tabulati emerge che Giorgio ha ricevuto da un amico tre telefonate, due la mattina e una la sera alle 20.40 e una gliel’ho fatta anche io. Ho contattato anche io questa persona e mi ha detto che non sapeva nulla di Giorgio. Allora perché non dirmi che c’è stata una telefonata la sera della scomparsa?”. Il figlio inoltre era astemio eppure nel suo corpo è stato trovato un livello molto alto di alcol, un aspetto che la madre non riesce a spiegarsi. Mamma Ombretta si è fatta un’idea di quanto accaduto al figlio: “Se si è fermato volontariamente col motorino lo ha fatto perché conosceva la persona. Ma i cani non sentono la presenza di Giorgio. Mi viene da pensare che sia stato caricato su una macchina”.