Giorgio Palù, docente emerito dell’Università di Padova, già presidente delle Società italiana ed europea di Virologia, attuale numero uno dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), nonché componente del Comitato tecnico scientifico, è intervenuto sulle colonne de “Il Messaggero” annunciando una notizia davvero positiva: “Non mi azzardo a fare previsioni, ma i dati inglesi e cioè i più verificabili ci dicono che il Coronavirus sta diventando endemico”.
Come ha spesso ripetuto, nessuna pandemia dura due anni: il virus cerca di persistere nella popolazione, diventata suo ospite naturale, adattandosi alla specie umana. Il che vuol dire essere sì più contagioso, per la necessità di trasmettersi, ma anche avere una minore letalità, quindi assomigliare a un’influenza. Il fattore che contribuisce maggiormente a questa endemizzazione è “sicuramente l’immunizzazione”. Occorre pensare quindi alla terza dose del vaccino? “Per parlare di terza dose, bisogna pensare a chi, quando e cosa somministrare. Il Cts ha già consigliato la terza dose per i soggetti fragili come gli immunodepressi, i trapiantati, i pazienti oncologici e i dializzati. Poi, occorre attendere i risultati degli studi israeliani e americani per valutare il momento più opportuno e, per capire quale vaccino iniettare, è bene tenere presente che si stanno allestendo preparati in grado di proteggerci dalle varianti che avranno un percorso di approvazione facilitata da Ema e Fda”.
GIORGIO PALÙ: “MONITORARE LA SCUOLA”
Giorgio Palù, nel prosieguo del suo intervento su “Il Messaggero”, ha anche asserito che bisogna convincere le persone adulte che svolgono funzioni pubbliche a vaccinarsi, con particolare riferimento al personale della sanità e della scuola, ma anche a qualsiasi figura impegnata nella pubblica amministrazione e che abbia responsabilità verso la società.
Per ciò che concerne, invece, la scuola, essa si potrà riaprire in presenza, “ovviamente monitorando attentamente l’andamento epidemico, fornendo le mascherine, garantendo gli impianti di condizionamento dell’aria con immissione ed emissione all’esterno”. Occorrerà, tuttavia, tenere d’occhio i dati epidemiologici: attualmente, l’Rt nazionale si attesta all’1,1 e il numero settimanale dei positivi per centomila abitanti è mediamente intorno a quota 70.