Secondo Giorgio Palù, microbiologo presso l’Università di Padova, il lockdown generale non tornerà in tempi brevi, anche perchè non sarebbe in linea con i dati attuali del contagio. Intervistato dall’agenzia Agi ha spiegato: “Non credo che un lockdown generalizzato come quello che abbiamo vissuto sia auspicabile, nè che vi siano i presupposti per adottare una misura così drastica. Ritengo piuttosto che sia fondamentale sensibilizzare i singoli sulle attenzioni necessarie in questa fase delicata. Servono tamponi rapidi”. Secondo Giorgio Palù è fondamentale monitorare con attenzione la situazione ospedaliera, che al momento non è allarmante: “Dobbiamo considerare che, in relazione al numero di attualmente positivi, solo il 5,5 per cento si trova in ospedale, e circa lo 0,5 percento necessita di rianimazione”. Importante + anche soffermarsi sulla capacità del virus di replicarsi, e da questo punto di vista la situazione appare in netto peggioramento: “Questo è un fattore preoccupante, perchè sta aumentando considerevolmente, ma d’altro canto non siamo ancora in una situazione di emergenza paragonabile a quella che abbiamo vissuto qualche mese fa. Non credo ci siano i presupposti per creare allarmismi, quello che è importante enfatizzare è l’importanza di responsabilizzare tutti”.



GIORGIO PALÙ: “RISALITA CONTAGI PREVEDIBILE”

La risalita dei contagi era prevedibile ed era stata prevista – prosegue Giorgio Palù – ma abbiamo acquisito nuove conoscenze e imparato a gestire le infezioni, le terapie intensive non sono nelle condizioni di qualche mese fa. Un lockdown generalizzato sarebbe devastante e lo dico da cittadino, non da virologo”. Secondo Giorgio Palù non servono tamponi di massa, bensì test rapidi: “Dobbiamo puntare agli esami rapidi, che, anche se meno precisi, possono delineare un quadro più chiaro e immediato della situazione. Una volta individuati i focolai, potremmo pensare di isolare le zone più a rischio. L’ottica deve essere orientata a limitare la diffusione del virus”. Fondamentale, secondo lo scienziato, sarà continuare ad evitare assembramenti, ad indossare le mascherine, e a limitare le uscite in luoghi potenzialmente pericolosi. “Più che le scuole – conclude – dove è relativamente semplice garantire la distanza di sicurezza e limitare il contagio, preoccupano i trasporti, dove gli studenti, i pendolari, i ragazzi e gli utenti non hanno modo di proteggersi dagli assembramenti. Dobbiamo agire in questo senso e interrompere le catene di diffusione per invertire la curva”.

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