Secondo il numero uno dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, Giorgio Palù, la seconda dose dei vaccini a Rna messaggero, quindi Pfizer e Moderna, deve essere distanziata a 42 giorni dalla prima, così come consigliato anche dal Cts, il Comitato Tecnico Scientifico. «Non è un suggerimento. E’ un’indicazione on label – specifica lo stesso Palù parlando con il Corriere della Sera – cioè riportata sulla scheda di accompagnamento del farmaco, il cosiddetto bugiardino, che contraddice la raccomandazione inizialmente rilasciata dai valutatori di Amsterdam». Il virologo cerca quindi di fare chiarezza: «L’efficacia di un vaccino e la sua immunogenicità non vengono compromesse se il richiamo viene spostato fino a un massimo di 42 giorni», così come del resto specificato anche ieri dal coordinatore del Cts e numero uno del Css, Franco Locatelli.



L’allungamento dei tempi della seconda dose è dovuto ad una questione molto semplice: «Così facendo si hanno a disposizione dosi sufficienti per proteggere velocemente circa 3 milioni di over 60, attualmente meno coperti dal vaccino ed esposti a significativo rischio di mortalità da Covid 19, pari al 3%». Eppure Pfizer continua a sostenere che il richiamo debba avvenire dopo 21 giorni: «Un’industria non può dettare scelte che dipendono dagli enti regolatori – puntualizza Palù – e che vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi».



PALU’ E LA DOSE DI RICHIAMO IN VACANZA: “CI SONO LE FARMACIE…”

Sulla possibilità di somministrare la seconda dose in vacanza: «Dal prossimo mese il vaccino sarà disponibile anche in farmacia e questo permetterà di riceverlo fuori dal luogo di residenza. Ogni remoto paese ha la sua farmacia. Fermo restando che per il momento il richiamo va fatto con lo stesso preparato della prima dose. Cominciano a comparire solo ora studi sull’efficacia e gli effetti collaterali di cicli con prodotti diversi». Infine, sulle vaccinazioni ai bambini Palù spiega: «Pfizer-Biontech ha già ottenuto l’autorizzazione emergenziale negli Stati Uniti per l’uso sopra i 12 anni. L’Ema adesso deve valutare i dati, si tratta di un processo più complesso perché porta a un’autorizzazione condizionata e a successivi studi sul campo».

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