Giorgio Panariello: gli amici di sempre, Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni
Giorgio Panariello è tra i protagonisti di Relazionésimo 2030, l’Expo delle relazioni che si tiene a Vicenza dal 15 al 17 luglio. Intervistato dal Corriere della Sera, il comico toscano ha parlato delle sue relazioni, dagli amici più stretti al difficile rapporto con il fratello Franco morto nel 2011. Panariello è da sempre molto legato a Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, con cui ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo: “Chi si è montato di più la testa? Pieraccioni, in assoluto. Carlo è rimasto il Carlo di sempre. Leonardo invece passa davanti allo specchio e pensa: ma chi è questo così bello e così bravo?”, ha scherzato sul Corriere. Per Panariello è fondamentale il rapporto con le persone: “Se il tassista non parla, inizio io ad attaccare bottone, voglio capire cosa pensa, cosa dice. Spesso torno in Versilia, dalle mie parti, perché devo stare là, in mezzo alla gente, così recupero energia e idee”.
Giorgio Panariello: il difficile rapporto con il fratello Franco
Al Corriere della Sera Giorgio Panariello ha raccontato il rapporto con suo fratello Franco, che ha sofferto per la dipendenza dalle droghe ed è morto a soli 50 anni, il 27 dicembre 2011. Quando erano piccoli hanno vissuto a lungo distanti, perché Franco era stato messo in collegio: “Era un ragazzino che ogni tanto veniva a casa e non sapevo chi fosse, perché nessuno voleva dirmi che avevo un fratello che avevano messo in collegio. Lo consideravo un amichetto che passava alle feste comandate. Poi crescendo mi sono fatto delle domande, veniva e spariva, finché mi dissero che era mio fratello e il rapporto cambiò…”. Per anni hanno avuto un rapporto conflittuale, sopratutto quando Franco ha iniziato ad avere problemi con la droga: “Non riuscivo a dimostrargli che era giusto fare come facevo io e non come pensava lui: per anni l’ho considerato una zavorra perché io volevo crescere, spiccare il volo nel lavoro, ma avevo sempre questo pensiero, questo tormento, quest’ansia… lavoravo male”.