Giorgio Panariello: “Renato Zero non fu contento dell’imitazione”

Giorgio Panariello torna in teatro con uno spettacolo che parla della sua vita, “La favola mia”. La vita professionale e quella persona arrivano sul palco con una performance nella quale l’attore si racconta a 360°, con le tante sofferenze del passato. Al Corriere della Sera, il comico dice che fin da piccolo amava fare autografi, ma “Quando alla fine delle medie gli insegnanti mi indicavano la scuola che avrei dovuto fare, ho sbagliato. Mi consigliavano uno studio relativo al contatto con il pubblico e ho capito male: mi iscrissi alla scuola alberghiera, pensando che fossi portato a fare il cameriere“.



“La favola mia”, racconta Giorgio, “È il racconto della mia vita, personale e professionale. Una chiacchierata col pubblico, per svelare chi è il Giorgio dietro al Panariello. Per questo l’ho intitolato come la canzone di Renato Zero, al quale rendo un doveroso omaggio, dove c’è una frase che dice: dietro questa maschera c’è un uomo…”. All’inizio, Renato non fu contento dell’imitazione di Giorgio Panariello: “Una volta, quando ancora non ero molto noto, andò in farmacia a Roma. Una signora lo avvicina e gli chiede: scusi, ma lei è Renato Zero? Lui risponde sì, sono io. E la signora ribatte: mi saluti tanto Panariello!”.

Giorgio Panariello: “Carlo Conti e Pieraccioni…”

Giorgio Panariello ha imitato a lungo Renato Zero e talmente tanto bene che una volta lo stesso cantante lo scambiò per lui stesso: “Un’altra volta, anni dopo, lo imitai talmente bene in una finta intervista organizzata con Pieraccioni, che quando Renato la vide in tv, c’è cascato pure lui! Telefonò al fratello, chiedendogli: ma quando l’abbiamo fatta ‘st’intervista?”.
Carlo Conti e Leonardo Pieraccioni, compagni di Giorgio Panariello e suoi grandi amici, hanno con lui un rapporto fraterno: “Abbiamo caratteri diversi, per questo siamo compatibili, i contrari si attraggono. Leonardo è pigro, vive nel suo eremo sulle colline fiorentine. Carlo è tutto casa e bottega: quando va a lavoro timbra il cartellino come gli statali”. Per quanto riguarda le liti con i due compagni, Panariello dice: “Con Carlo impossibile litigare. Con Leonardo, una volta litigammo di brutto, sull’impostazione di uno spettacolo. Aveva ragione lui e ci siamo riavvicinati ancora di più”.

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