IL NOBEL GIORGIO PARISI IN VATICANO COME RELATORE SULLA LAUDATE DEUM…
Tra i vari relatori presenti il 5 ottobre nei Giardini del Vaticano per presentare l’esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco – di fatto un appendice all’enciclica “Laudato si’”- c’era anche il Premio Nobel per la Fisica, professor Giorgio Parisi. Da anni ormai il fisico è impegnato, pur non sentendosi un “esperto di ambiente”, nella lotta al cambiamento climatico, contrastando quelli che lui stesso chiama “negazionisti”.
Per questo motivo è stato chiamato dalla Santa Sede a presentare l’esortazione apostolica del Papa, incontrando poi lo stesso Bergoglio nella giornata di ieri in udienza privata con altri scienziati e attivisti: nella conferenza in Vaticano Parisi ha elogiato il testo di Papa Francesco e lo sforzo della Chiesa di affrontare emergenze globali – dal clima ai migranti alla guerra in Ucraina (Parisi da tempo chiede un pieno disarmo e la tregua immediata del conflitto, ndr) . «Il punto di rottura a cui, secondo il Papa ci stiamo inesorabilmente avvicinando», il professore lo individua nel «conflitto armato con la Russia, e in quello economico con la Cina». Secondo il Nobel per la Fisica, docente alla Sapienza di Roma, la Cop28 a Dubai delle prossime settimane è estremamente importante per il “climate change”: «Ciò che ha sottolineato Papa Francesco è di fare accordi verificabili e verificati. La speranza non muore mai, certo vedo una situazione estremamente difficile».
…EPPURE NEL 2008 ERA PROPRIO PARISI AD AVER CACCIATO PAPA BENEDETTO XVI DALLA SAPIENZA
Ma come i più accorti avranno notato dal titolo, Giorgio Parisi non è solo lo stimato professore ed esimio fisico insignito del Premio Nobel nel 2021: nel 2008 si rese protagonista insieme ad altri accademici e docenti dell’Università La Sapienza di Roma di un episodio tutt’altro che benevolo nei confronti della Santa Chiesa Cattolica. Invitato dall’ateneo per l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008, Papa Benedetto XVI venne osteggiato per settimane con appelli e addirittura un manifesto firmato da 68 docenti ne chiedeva la cancellazione del dibattito.
Alla fine fu il compianto Papa Emerito Joseph Ratzinger a decidere di non andare per non aggiungere ulteriore scontro con l’ateneo, con i docenti “schierati” contro il Vaticano di allora che ebbero dunque la meglio: Parisi però non si limitò a firmare quel manifesto anti-Ratzinger, ma intervistato dall’Unità ribadiva che Benedetto XVI era ospite sgradito «perché con le sue prese di posizione contro l’evoluzionismo ha rotto il patto tra fede e scienza». Impegnato per la verità e le emergenze dell’umanità come asserisce Parisi – definito da “La Verità” come un novello “ecochierichetto” – nel giro di qualche anno deve aver cambiato radicalmente idea riguardo l’atteggiamento rispetto alla Santa Sede. O forse, la teologia e magistero di Ratzinger non fecero mai “breccia” nel futuro Nobel. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se non avesse tentato, riuscendoci, di impedire ad un personaggio di parlare in università per un “semplice” pregiudizio ideologico. Tra l’altro il Vaticano all’epoca decise di rendere noto il testo dell’intervento che Papa Benedetto XVI avrebbe dovuto leggere alla Sapienza, e la chiosa finale la riteniamo la migliore “risposta” che docenti come Parisi avrebbero meritato (e meritano tutt’oggi): «Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio».