E’ stato annunciato pochi minuti fa il Premio Nobel 2021 per la Fisica, e la Royal Academy svedese ha deciso di assegnarlo al trio composto da Syukuro Manabe, Klaus Hasselmann e all’italiano Giorgio Parisi “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi fisici complessi”. In particolare, in merito al nostro connazionale, il premio è stato assegnato “per la scoperta – come scrive l’Accademia sulla sua pagina ufficiale Twitter – dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”. Una nuova grande vittoria quindi per il nostro Paese, che continua a vivere un anno assolutamente magico.

Giorgio Parisi, nato a Roma il 4 agosto del 1948, è ovviamente un fisico oltre che un accademico italiano, docente emerito alla Sapienza di Roma, ed è attivo nella fisica teorica e soprattutto nel campo della fisica statistica e nella teoria dei campi. E’ considerato uno dei fisici più autorevoli a livello internazionale e nel contempo uno degli scienziati più importanti d’Italia. Inoltre, assieme a Carlo Rubbia e Michele Parrinello, è l’unico fisico italiano membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America. Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera da parte di Giorgio Parisi, come ad esempio il Premio Wolf ottenuto sempre quest’anno «per le sue scoperte pionieristiche nella teoria quantistica dei campi, in meccanica statistica e nei sistemi complessi».

GIORGIO PARISI PREMIO NOBEL FISICA 2021: GLI ALTRI GRANDI RICONOSCIMENTI

In precedenza Parisi aveva invece ottenuto il premio Lars Onsager nel 2016 «Per il lavoro pionieristico sull’applicazione del concetto di vetro di spin a gruppi di problemi computazionali, fornendo sia una nuova classe di algoritmi efficienti, che nuove prospettive sulla struttura e sulla complessità delle transizioni di fase».

Parisi era stato indicato alla vigilia fra i grandi favoriti della vittoria del Premio Nobel 2021 “per le sue scoperte rivoluzionarie nel campo della cromodinamica quantistica e dello studio dei sistemi disordinati complessi”, assieme ad Alexei I. Kitaev, per i suoi studi sullo sviluppo dell’informatica quantistica, e a Mark E. J. Newman “per le sue ricerche ad ampio raggio sui sistemi di rete, tra cui i suoi lavori sulle strutture di comunità e sui modelli di grafi casuali”. Da ricordare che nella giornata di ieri sono stati assegnati i premi Nobel per la medicina.

GIORGIO PARISI PREMIO NOBEL FISICA 2021: LE SUE ORIGINI E LA “DEDICA” AL PROF

“È chiaro che per le generazioni future dobbiamo agire ora in modo molto rapido”. Così ha parlato oggi proprio Giorgio Parisi, in occasione della conferenza stampa presso l’Accademia svedese sui cambiamenti climatici. Parisi ha spaziato molto durante i propri studi, tutti comunque accomunati dal fatto di essere sistemi complessi, come ad esempio il bosone di Higgs, le interazioni fra i neuroni del cervello, l’intelligenza artificiale, fino al comportamento dei singoli uccelli all’interno degli stormi. Fra gli argomenti di cui si è occupato in carriera anche lo studio del clima, ed è proprio per questo che lo stesso fisico italiano è stato premiato in Svezia assieme ai due colleghi climatologi.

Parisi ha insegnato fisica teoria alla Sapienza, università dove si era anche laureato, è il vice presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei (ne è stato anche il numero uno) ed è ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Nel 2010, quando morì il professor Nicola Cabibbo, con cui aveva fatto la tesi nel 1970, Parisi si era detto dispiaciuto in quanto al suo mentore non era mai andato il Nobel: siamo certi che la prestigiosa vittoria la dedicherà anche a lui.

GIORGIO PARISI E IL CASO DI PAPA RATZINGER

Ovviamente il Premio Nobel ha attirato pesantemente i riflettori sull’autorevole fisico, rispolverando anche qualche vecchio scheletro nell’armadio. Come svelato dal giornale Secolo d’Italia, poi rilanciato da Nicola Porro di Rete 4, il docente della Sapienza fu fra coloro che impedì a Papa Ratzinger di parlare presso l’università romana ritenendo inopportuno il suo intervento. “Parisi, il grande fisico che oggi tutti amano – commenta Nicola Porro – spiegò all’Unità,giornale del Partito comunista (come del resto lo sono quasi tutti i fisici), come fosse giusto non far entrare il Papa in Università. Roba che io trovai una indegna prova di finto laicismo. Mi chiedo, peraltro, se avesse fatto altrettanto col gesuita amico delle missioni, Papa Francesco”. Parisi non fu l’unico che impedì a Papa Ratzinger di tenere il suo discorso, in quanto furono ben 66 in tutto le figure che votarono contro l’attuale Papa emerito, ma questa vicenda, come sottolinea ancora il conduttore di Quarta Repubblica, in pochi se la sono ricordata in questi giorni di festa.