Giorgio Pasotti torna a parlare del Coronavirus e del dramma che lo ha toccato molto da vicino perché la pandemia gli ha portato via la zia, una delle vittime finita nella carovana di camion che portavano via i corpi quando il dramma ha raggiunto il suo picco. L’attore ne aveva già parlato in passato ed è tornato a farlo di nuovo nel corso del format “I lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, rivelando quei momenti di dolore ma anche il suo modo di affrontare il lockdown con la sincerità verso la figlia e la speranza di una ripartenza ancora più forti: “Con il coronavirus ho perso una zia, è un dramma molto diffuso tra i miei conterranei, condivido questo dolore con molte persone che conosco. Porto la mia testimonianza, mio cugino ha perso sua madre non potendo starle accanto, e questo è un dramma nel dramma, non poter dare l’ultimo saluto alla propria madre è una cosa rispetto alla quale non riesco a trovare dolore più grande. Lei era in uno di quei camion che sono diventati immagine iconiche di questa tragedia. E mio cugino non sapeva dove stesse andando il corpo di sua madre”.
GIORGIO PASOTTI SPIEGA IL SUO LOCKDOWN E IL DRAMMA LEGATO AL CORONAVIRUS
Riguardo al suo modo di affrontare il lockdown, Giorgio Pasotti spiega: “Nel periodo di lockdown ho iniziato ad andare a letto molto tardi la sera. Mi sono concentrato sulla lettura, su alcune serie televisive, ho proprio scoperto la notte. Di solito andavo a dormire molto presto la sera. Come ne ho parlato con mia figlia? I bambini hanno stupito per la capacità di adeguarsi a un problema che è stato molto drammatico, soprattutto per loro. A mia figlia ho raccontato la verità. Ha capito cosa stava succedendo, quando ci sono tragedie simili, si matura sempre un po’ più in fretta”. Proprio perché il dramma lo ha vissuto in modo diretto, sulla sua pelle, l’attore non ci sta e punta il dito contro coloro che parlano di complotti, di voglia di controllo da parte delle Istituzioni e teorie varie: “Sono state diverse le persone che hanno affrontato questo dramma. Ai complottisti dicono che parlare di complotti in una vicenda del genere è irrispettoso. Bisogna avere rispetto”. A I Lunatici, Giorgio Pasotti confida anche di non essersi sentito mai un sex symbol come spesso lo presentano ma di essere “un bravo artigiano” pronto a cercare sempre la “possibilità di raccontare delle storie che potessero da un lato intrattenere, dall’altro far riflettere. Stimolare un pensiero”. Non sappiamo bene quali siano stati i pensieri ma siamo sicuri che, in un modo o nell’altro, ci sia riuscito.