Giorgio Tramontini è morto a 80 anni dopo una vita dedicata alla carriera nel mondo della pubblicità. Compositore, grafico e inventore di alcuni degli spot più famosi d’Italia, ha lavorato fianco a fianco di alcuni dei più grandi artisti italiani, come il poeta di “Oceano Mare” Alessandro Baricco, il disegnatore Armando Testa e molti altri. Molti non conoscono il suo nome, eppure tutti hanno sentito almeno una volta nella vita le sue “genialate pubblicitarie”. Slogan come “Rowenta, per chi non si accontenta” e “Svizzero? No, Novi”, sono figli del suo genio e hanno coinvolto tante generazioni a cavallo tra gli anni Novanta e il Duemila.



Pochi anni fa aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, raccontando la sua meravigliosa vita di artista vissuta dapprima intorno alla scuola di grafica Bodoni Paravia, poi in quel di Barriera di Milano, quartiere dove ha passato gli anni spensierati della pensione. “Io sono invecchiato ed eccomi ai Bagni” -diceva Giorgio Tramontini nell’intervista – a continuare a fare quello che so fare”. Umile e dal carattere spiritoso, Giorgio era affezionato al quartiere storico di Via Agliè, centro culturale dove anche da anziano ha potuto sfogare tutto il suo estro.



Giorgio Tramontini carriera, da tipografo a direttore artistico

Dopo anni trascorsi in tipografia, Giorgio Tramontini aveva capito tramite lo studio qual era il suo destino. Dopo aver stampato qualche manifesto e fatto piccoli lavori di grafica semplice, la folgorazione: il mondo della pubblicità era l’universo a cui apparteneva. Da qui, il suo talento lo ha portato a splendere come professionista nelle migliori agenzie, quali Bgs, Cpv e la famosissima Testa. Durante gli anni successivi decide di fare il grande passo, e insieme alla moglie Fedora, fonda la Ftg, creando un team di professionisti e includendo gli amici di sempre, come Bruno Moccia e Roberto Germani, entrambi grafici appassionati.



Anche durante la pensione, Giorgio Tramontini non è rimasto fermo e ha continuato a mostrare il suo estro tramite eventi e mostre che spesso lo hanno visto protagonista nel capoluogo meneghino e non solo. Della sua vita privata si conosce ben poco, se non che la moglie si chiama Fedora e con lei ha sempre portato avanti il sogno artistico della grafica pubblicitaria. Insieme hanno avuto due figlie, Erica e Sara. Tramontini, del resto, ha sempre tutelato la sua privacy evitando di esporsi troppo e lavorando dietro le quinte partorendo alcuni dei “claim” che tutti conoscono e che vanno avanti ormai da decadi. A stringersi intorno al dolore della famiglia, gli amici di sempre, che lo hanno ricordato come un intramontabile maestro.