A Uno Mattina in Famiglia l’incredibile storia di Giorgio Znacovan, un paziente che ha suonato il sax mentre veniva operato al cervello da sveglio presso il Paideia International Hospital di Roma: “Come sto? Bene, anzi benissimo”. Il professor Christian Brogna, esperto di chirurgia da svegli, nonchè colui che ha operato Giorgio, ha spiegato in studio: “Quando l’ho incontrato mi ha chiesto se potevo operarlo rispettando però il suo amore più importante che è la musica. Sfruttando la sua passione avrei comunque potuto asportare il tumore in sicurezza”. Ma ha sentito qualcosa Giorgio, essendo finito sotto i ferri da sveglio? “Non ho sentito assolutamente niente, il cervello non ha terminazioni nervose”.



Il prof ha ripreso la parola: “Operiamo i pazienti da svegli di modo che possiamo testarli in tempo reale, li abbiamo online, durante l’operazione so a quale area del cervello corrisponde una funzione e quindi possiamo preservarla”. L’operazione al cervello è durato circa nove ore, e nel corso dell’intervento Giorgio è stato in grado di suonare il saxofono che è uno strumento tutt’altro che semplice da suonare: “Il saxofono mi ha salvato la vita – ha spiegato ancora il paziente – a continuato Giorgio Znacovan – a parte ovviamente il professore”.



GIORGIO ZNACOVAN, OPERATO DA SVEGLIO AL CERVELLO SUONA IL SAX: “LA MUSICA ERA UN FEEDBACK”

Di nuovo il dotto Brogna: “Il sax non era una distrazione ma un feedback, la possibilità di avere continui dati in tempo reale, avevamo studiato gli spartiti perchè avremmo dovuto accorgerci anche del minimo errore, sarebbe stato cruciale come proseguire l’intervento. Durante l’intervento c’è una comunicazione continua, c’erano 10 persone in sala operatoria e tutte comunicavano con Giorgio”.

Il paziente ha aggiunto: “Mi ricordo tutto dell’intervento, prima di iniziare l’intervento ho chiesto, ‘Doc quanto manca?’ e questo mi è rimasto impresso”. Ma ci sono altre patologie che è meglio operare da svegli? “Molto dipende da quali area interessano”, ha spiegato il professore. Ma come mai Giorgio Znacovan ha suonato l’inno italiano nonostante sia moldavo? “Perchè mi sento adottato dall’Italia ed inoltre se avessi sbagliato qualche nota il prof si sarebbe subito accorto”. Quindi ha concluso: “Cosa ho pensato prima di entrare in sala operatoria? Il pensiero era rivedere di nuovo i miei figli, un pensiero fisso”.