La terza dose è inutile per il professor Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro Ricerche Altamedica. I motivi sono due e li ha spiegati a Radio Radio. Il primo riguarda il coronavirus stesso, che è mutato. “Questo vaccino bizzarro, che agisce su una piccola parte del virus, la proteina spike, non è tradizionale. Lo sono quelli che agiscono su tutto il virus, come i vaccini da virus inattivato o modificato”. Il coronavirus non muta molto, ma la parte che cambia è proprio quella presa di mira dai vaccini, che quindi per Giorlandino non possono essere a lungo efficaci, mentre quelli tradizionali lo sono sempre.
Perché sono stati scelti? “Non è chiaro, forse perché erano pronti per altri lavori? Sta di fatto che è quello che abbiamo in Occidente”, ha detto il professor Claudio Giorlandino. Invece in Oriente si usa Covaxin, Coronavac e Sinopharm. “Se volevamo prendere di mira la proteina spike, perché usare la tecnologia a mRna? Questo pezzetto entra nelle nostre cellule e fa sì che producano la proteina spike contro cui dobbiamo creare gli anticorpi. E allora bisognava dare la proteina spike”.
GIORLANDINO E I VACCINI ANTI COVID “TRADIZIONALI”
E per Claudio Giorlandino ci sono questi vaccini, a partire da Novavax. “Perché non hanno avuto fortuna? Alcune aziende più grandi hanno avuto la meglio”, ha detto a Radio Radio, insinuando anche che vi sia una diatriba sulla moglie di un dirigente Pfizer che lavorerebbe alla Food and Drug Administration. Dunque, per Giorlandino andava preso il virus, depotenziato o inattivato, poi inoculato. “Dicevano che era meno efficace, ma chi l’ha detto? Le prime validazioni del vaccino Pfizer erano su un lavoro fatto in Vietnam su 2mila casi. Anche i vaccini tradizionali funzionano, ma loro dicono di meno. Ma chi lo dice? Il problema è che la letteratura scientifica non è così indipendente”, ha proseguito il direttore scientifico del Centro Ricerche Altamedica.
Per quanto riguarda invece i guariti, sostiene che sono protetti per tutta la vita. “Qualcuno si è riammalato, ma sono aneddoti, capitano una volta ogni tanto su milioni di persone. Perché vaccinarli?”, ha concluso Giorlandino.