Il professor Claudio Giorlandino stronca la campagna vaccinale. Il direttore sanitario dell’Istituto di Ricerca Scientifica Altamedica, specialista in Ostetricia e Ginecologia, a L’Aria che tira, ieri su La7, ha bocciato l’utilità della terza dose del vaccino anti Covid, usando anche gli studi di Israele per smontare la strategia della campagna vaccinale in Italia. «Certamente siamo pro vax, completamente pro vax», la premessa del medico, il cui intervento è diventato virale. «Ma sposo completamente ciò che ha detto il ministero della Salute israeliano – sa che quella gente ha un’onestà intellettuale assoluta – cioè che vaccinare non serve più tanto», ha affermato. Quindi, ha spiegato che in Israele «hanno iniziato a somministrare la terza dose, perché non sapevano che fare, non perché credono che il vaccino possa fare qualcosa».



E ciò per un motivo che Claudio Giorlandino ritiene molto semplice: «La terza dose ci aumenta la quantità di anticorpi, e questo è innegabile, contro un virus che però in pratica non c’è più. I nostri vaccini sono tarati solo per combattere la proteina spike che muta continuamente. È giusto vaccinarsi ma per cose che funzionano. Fare una terza dose di vaccino per un virus che è mutato serve a poco».



GIORLANDINO “VACCINI COVID VANNO MODIFICATI”

«Continua a circolare un virus che con il vaccino combattiamo poco. Tutta la letteratura attuale dice che questi vaccini qualcosetta fanno, ma non ci garantiscono niente», ha proseguito il professor Claudio Giorlandino. Quindi, ha ribadito il concetto di fronte allo stupore degli altri ospiti di L’Aria che tira. «Questo vaccino agisce su una proteina che è mutata. Non è che non funziona affatto, non funziona più bene». Il direttore sanitario di Altamedica ritiene che i vaccini siano stati «validi nella prima fase, ma ora non servono questi. Dobbiamo cambiare vaccino, contro tutto il virus». Non nega, a proposito della terza dose, che «aumentare la difesa possa avere un’azione», ma d’altra parte gli studi sulla terza dose «affermano che i vaccini vanno modificati. E bisogna evitare di infettarsi».



In merito a Israele, che «aveva sconfitto il coronavirus», Giorlandino ha spiegato che l’epidemia è ripartita «quando è stato dato il via libera ai test rapidi che hanno una sensibilità del 20-30%, non del 90% come scrivono i bugiardini, che fino all’aprile del 2022 sono autoreferenziali. Quindici giorni dopo il via libera ai tamponi rapidi è ripartita l’epidemia».