Ieri – primo giorno di urne aperte – su prime pagine e home dei principali media italiani ha avuto molta evidenza il caso di Paolo Signorelli: il portavoce del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, autosospesosi dopo la diffusione di alcune vecchie chat di contenuto antisemita.
La vicenda è stata presentata come esemplare: un esponente di FdI – partito “post-fascista”, oggi il primo del Paese – è e non può che essere antisemita. E viceversa: l’“odio” – di cui l’antisemitismo è da sempre dipinto come quintessenza – è connotato esclusivo e inesorabile delle destre politiche.
La notizia avrebbe però potuto essere narrata in modo molto diverso. La premier Giorgia Meloni – fra l’altro cognata di Lollobrigida – ha subito preteso l’autosospensione di Signorelli, mentre la leader Pd, Elly Schlein, da più di cento giorni non ha una sola parola di condanna per le migliaia di studenti che continuano a occupare scuole e università al grido di “Dal fiume al mare”. Che nei democraticissimi Stati Uniti è considerato istigazione al genocidio ebraico e quindi culmine di un nuovo antisemitismo. E che è costato il posto a fior di rettrici di atenei a cinque stelle e centinaia di arresti fra studenti e docenti filopalestinesi.
Invece in Italia non si contano più le università occupate e quelle che hanno cancellato eventi e rotto rapporti di collaborazione su pressione delle tendopoli anti-israeliane. Ciò che l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) giudica “tout court” antisemite. Ma su questo i grandi media italiani da settimane tacciono o quasi.
Il governo “postfascista” avrebbe da subito represso i conati antisemiti delle sinistre giovanili (com’è avvenuto negli Usa “dem”). Chi sta invece proteggendo la loro “libertà di pensiero, parola e manifestazione” è il Presidente della Repubblica (“dem”). E che l’epicentro del nuovo antisemitismo in Italia siano le scuole – e non gli uffici dei ministeri del governo di centrodestra – lo ha certificato la senatrice a vita Liliana Segre, reduce da Auschwitz e presidente della commissione parlamentare sui fenomeni di odio. Nel silenzio della figlia di un politologo israelita che guida il Pd ed è oggi capolista nelle elezioni europee. E che sull’ambiguo appoggio alle “sardine” antisioniste (genitori boomers compresi) spunterà forse un paio di preziosi punti percentuali.
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