Roberto Saviano ha pubblicato il video della giornalista russa che si è data fuoco davanti alla sede della polizia di Nižnij Novgorod, come gesto di protesta. Il filmato lo trovate più sotto, ed è decisamente sconsigliato alle persone più sensibili. Nelle sequenze si vede la donna prendere lentamente fuoco, seduta su una panchina, fino a diventare una torcia umana e cadere stremata a terra dopo essere morta fra atroci sofferenze. Si vede anche un ragazzo che cerca in qualche modo di spegnere le fiamme, invano. “Pubblico questo video con molto, moltissimo dolore – scrive Saviano sulla sua pagina Instagram – ma sento forte il dovere della testimonianza. Irina Slavina, giornalista russa, si è uccisa dandosi fuoco davanti al commissariato di polizia di Nižnij Novgorod, città dove viveva”. Dopo aver raccontato brevemente la storia della giornalista russa, il noto scrittore campano conclude: “Era una persona molto libera e appassionata – come testimoniano i suoi conoscenti su Facebook – è mortalmente pericoloso essere una persona così in Russia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GIORNALISTA RUSSA SI DÀ FUOCO DAVANTI A POLIZIA: “MIA MORTE COLPA DELLA FEDERAZIONE”

Una giornalista russa si è data fuoco davanti alla sede della polizia di Nizhny Novgorod. Un gesto che ha avuto conseguenza gravissime in quanto, come riferito da numerosi quotidiani online fra cui RaiNews, la donna è deceduta per via della ustioni riportate. La giornalista russa deceduta si chiamava Irina Slavina, ed era la direttrice della testata Koza.Press. Un gesto che ha lasciato sgomenti anche perchè i motivi reali dello stesso sarebbero da additare alla Russia. Irina non ha lasciato alcun bigliettino in cui facesse riferimento ad un suicidio, ma c’è chi è convinto che sia colpa del Cremlino. Come riportano diversi media russi, fra cui The Insider, la Slavina era stata oggetto nella giornata di giovedì 1 ottobre di una perquisizione da parte della stessa polizia che l’ha vista poi morire bruciata; di preciso le erano stati confiscati i computer e i cellulari di tutta la famiglia. Prima di uccidersi, attraverso la propria pagina Facebook, la stessa giornalista aveva denunciato: “Siamo stati lasciati senza mezzi di comunicazione”, e ancora: “Per piacere, date la colpa della mia morte alla Federazione Russa“.



GIORNALISTA RUSSA SI DÀ FUOCO DAVANTI A POLIZIA: IL RACCONTO A THE INSIDER PRIMA DI MORIRE

La perquisizione era scattata perchè la stessa giornalista russa si era unita alle proteste di ieri a Nizhny Novgorod. A The Insider, poche ore prima di morire, aveva raccontato: “Prima che iniziasse la perquisizione mi è stato offerto di consegnare volontariamente opuscoli e volantini di Russia Aperta (un’organizzazione fondata da Mikhail Khodorkovsky, oppositore di Putin in esilio ndr). È chiaro che non potevo in alcun modo aiutare l’indagine, dato che non ho nulla a che fare con Open Russia. Si sostiene – aveva aggiunto – che Open Russia finanzi le proteste a Nizhny Novgorod contro lo sviluppo predatorio e peggiorativo di una delle aree verdi più iconiche della città, il parco Svizzero”. E ancora: “Si afferma che Open Russia finanzi queste proteste di massa, mentre la gente va del tutto volontariamente e ogni martedì si trova in una catena umana vicino al parco. Come giornalista, non posso ignorare questi eventi e ne ho scritto. Inoltre, io stessa ho partecipato due volte alla catena, perché quello che sta succedendo non può che riguardare me come residente di Nizhny Novgorod e come cittadina”. Quella della giornalista russa Irina Slavina resta l’ennesima morte sospetta nel paese di Putin.



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