Oggi, 27 gennaio 2023, è una giornata molto importante per non dimenticare le pagine più nere del secolo scorso. Si onora infatti la Giornata della Memoria, così da non permettere che svanisca il ricordo dei milioni di ebrei che persero la vita nei campi di concentramento. Questa celebrazione quest’anno ha però attirato numerose polemiche per il mancato coinvolgimento della Russia e il riconoscimento del suo ruolo nella liberazione degli ebrei sopravvissuti.
“Ancora una volta persone innocenti vengono uccise in massa in Europa – ha dichiarato il direttore del memoriale del lager Auschwitz-Birkenau, Piotr Mateusz Andrzej Cywinski, nel corso del 78esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento – La Russia, incapace di conquistare l’Ucraina, ha deciso di distruggerla. Lo vediamo ogni giorno, anche mentre siamo qui. E quindi è difficile stare qui oggi“. Ma non è l’unico affondo rivolto a Mosca, che non ha mancato di suscitare polemiche per il ruolo svolto in passato dalla Russia: in questa giornata, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha apertamente accusato il presidente russo Vladimir Putin di “costruire nuovi campi” di concentramento. (agg. Marta Duò)
Giornata della memoria, cerimonia senza la Russia: ma furono i primi a entrare ad Auschwitz
Si celebra oggi, 27 gennaio 2023, il Giorno della Memoria o Giornata della Memoria, in ricordo dei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Tante le celebrazioni previste in tutto il mondo, a cominciare da quelle che si terranno nelle prossime ore presso il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei grandi e tristi simboli della Shoah nazista. In Polonia, come ogni anno, saranno invitati alcuni alti esponenti dei vari governi per il 78esimo anniversario della liberazione del campo, ma fra gli invitati non compariranno i russi. Si tratta di un vero e proprio sfregio nei confronti di Mosca tenendo conto che, come ricorda Il Fatto Quotidiano, fu l’Armata Rossa ad entrare per prima ad Auschwitz, trovandosi di fronte agli orrori praticati negli anni addietro dai tedeschi di Adolf Hitler.
“Data l’aggressione contro l’Ucraina libera e indipendente, i rappresentanti della Federazione Russa non sono stati invitati a partecipare alla commemorazione di quest’anno dell’anniversario della liberazione di Auschwitz”, sono le parole rilasciate all’agenzia Afp da parte di Piotr Sawicki, portavoce del museo. Una scelta che ovviamente ha diviso l’opinione pubblica fra chi si dice favorevole al mancato invito, e chi invece sottolinea come le celebrazioni per la Giornata della Memoria 2023 avrebbero potuto rappresentare un riavvicinamento fra la Russia e l’Occidente. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GIORNATA DELLA MEMORIA, COS’È SUCCESSO IL 27 GENNAIO 1945?
Giornata della memoria, la dolorosa pagina di storia
Il 27 gennaio si commemora la Giornata della memoria: una data impressa nella mente dei tanti sopravvissuti e di chi, in quasi ottant’anni, è venuto a contatto con una delle pagine più tristi e dolorose della storia.
La Giornata della memoria, che simbolicamente ricorda l’Olocausto e le tante persone che persero la vita nei campi di concentramento, è stata scelta proprio nella data del 27 gennaio perché in questo giorno, nel 1945, i soldati dell’armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, liberando i superstiti. Proprio lì, dove erano stati sterminati più di un milione di prigionieri tra ebrei, omosessuali, oppositori politici, disabili..
A distanza di 78 anni, il ricordo delle vittime della Shoah è più vivo che mai grazie alla testimonianza preziosa di chi ha vissuto in prima persona l’orrore dell’Olocausto. Proprio il 27 gennaio di ogni anno si ricordano con la Giornata della memoria i milioni di ebrei – e non soltanto – vittime della dittatura nazista.
Anche quest’anno, come ogni giorno, la testimonianza dei sopravvissuti come Sami Modiano, di Rodi, prigioniero a 14 anni, e della senatrice Liliana Segre, catturata a 13 anni, hanno permesso di ripercorrere la dolorosa storia della Shoah: un pugno allo stomaco che serve per non dimenticare.
Giornata della memoria, nella data della liberazione di Auschwitz…
La data della Giornata della memoria non è casuale. Proprio in quel giorno, i soldati dell’Armata Rossa sovietica entrarono nel campo di concentramento tedesco di Auschwitz, ad ovest di Cracovia nel sud della Polonia, per liberare i prigionieri.
Mentre si avvicinavano al campo, le SS iniziarono l’evacuazione. Con loro, circa 60 mila prigionieri furono costretti a marciare verso ovest verso la città di Wodzislaw, nell’Alta Slesia. Avvertiti del pericolo, i tedeschi uccisero nei giorni precedenti migliaia di persone. Durante la marcia della morte, le SS spararono ai prigionieri stremati che non riuscivano più a camminare. In più di 15mila morirono per strada, nel freddo di gennaio.
Quando l’esercito sovietico entrò ad Auschwitz, trovò e liberò oltre 7 mila sopravvissuti. Erano stati tanti, però, a passare per quelle mura, a vivere l’inferno del campo di concentramento. Si stima che tra il 1940 e il 1945, 1,3 milioni di persone siano state deportate ad Auschwitz. Almeno 1,1 milioni sono morte tra camere a gas, fame, stenti, fucilate e altre atrocità.
6 milioni gli ebrei sterminati dal nazismo
Il primo campo di concentramento fu creato a Dachau nel 1933. Da quel momento, fino al 1945, furono 6 milioni gli ebrei sterminati per mano del nazismo. La follia tedesca non toccò però solamente loro: furono uccisi anche omosessuali, oppositori politici, disabili, rom, sinti, testimoni di Geova, disabili e molte altre categorie.
La Shoah, covata per secoli in un Occidente antisemita, ha raggiunto la massima follia nella criminalità nazista e nel mito del sangue “ariano”. Nacque così l’idea del lager che serviva per lo sterminio di tutte quelle categorie ritenute inferiori e al tempo stesso per l’affermazione della “razza ariana”.
La senatrice Liliana Segre, qualche giorno prima del 27 gennaio 2023, Giornata della memoria, ha lanciato l’allarme. A suo dire, il rischio è quello di dimenticare molto presto questo pezzo di storia. “Il pericolo dell’oblio c’è sempre. Una come me ritiene che tra qualche anno sulla Shoah ci sarà una riga tra i libri di storia e poi più neanche quella”, ha spiegato la sopravvissuta ai campi di concentramento.
Il pessimismo di Liliana Segre non trova però riscontro nello sguardo dei tanti giovani che oggi, ancora una volta, con gli occhi lucidi ascoltano le aberranti testimonianze dei sopravvissuti con l’assoluta certezza che mai più la storia dovrà ripetersi.