Oggi, venerdì 21 gennaio, ricorre la Giornata mondiale dell’abbraccio 2022, ideata ormai trentasei anni fa a Clio, in Michigan, negli Stati Uniti d’America, da parte del reverendo Kevin Zaborney, universalmente riconosciuto come l’inventore del National hugging day (denominazione inglese dell’evento). Da dove prese l’ispirazione per creare questa ricorrenza, la cui fama ha ormai valicato gli oceani e acquisito valore internazionale? Semplicemente, Zaborney spiegò che “generalmente gli americani sono un po’ in imbarazzo al momento di mostrare i loro sentimenti in pubblico” e, di conseguenza, occorreva smuoverli quanto prima su questa tematica.



Perché però la decisione ricadde proprio sul 21 gennaio? La risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: semplicemente perché è una data che cade fra Natale, Capodanno e San Valentino, un periodo in cui solitamente gli animi sono più cupi, anche per via della stagione e delle condizioni meteorologiche. In seguito, la Giornata nazionale dell’abbraccio è stata rappresentata anche come un contraltare del Blue Monday (17 gennaio).



GIORNATA DELL’ABBRACCIO 2022, ECCO QUANTO DURA QUELLO IDEALE

Peraltro, la giornata dell’abbraccio 2022 è ancora condizionata dalle difficoltà connesse ai casi di Coronavirus e alla quarta ondata di contagi, che impediscono contatti ravvicinati tra le persone. Al di là di questo aspetto, sottolineiamo i risultati di uno studio condotto alcuni anni fa proprio negli USA, che ha testimoniato gli effetti positivi generati dagli abbracci sul nostro organismo: il lavoro, condotto dalla School of Medicine dell’università della California, ha dimostrato che lo stimolo emotivo provato durante un abbraccio agisce direttamente sull’amigdala, complesso nucleare che governa le emozioni all’interno del nostro cervello, dando un contributo in termini di produzione di ossitocina, ormone importante per il benessere psicofisico e sessuale.



In tale circostanza, sottolinea “Il Giorno”, è stata calcolata anche “la durata di un abbraccio ideale: 20 secondi. Un tempo necessario, pare, a scatenare la reazione chimica destinata a migliorare il nostro umore”. Una statistica interessante e che sarà decisamente piacevole sperimentare, non appena le restrizioni verranno meno e la pandemia non sarà più un’emergenza.