GIORNATACCE O GIORNATACCIE? COME SI SCRIVE CORRETTAMENTE: LA GIUSTA FORMA
La grammatica è una disciplina della linguistica. La sua funzione è quella di raccogliere le regole necessarie alla corretta costruzione delle frasi, dei sintagmi e delle parole. Di norma, i linguisti non fanno rientrare nella grammatica le regole di ortografia, anche se spesso i manuali di grammatica includono tra le regole grammaticali anche quelle dell’ortografia e perfino le norme della punteggiatura. Oggi cercheremo di fugare qualche dubbio.
Uno di questi interrogativi, che in molti si pongono è quello relativo a se si debba utilizzare la -i per il plurale di alcune parole. Chi può dire di non averne mai avuto una? Sono quelle giornate in cui tutto sembra andare per trasverso, praticamente orchestrate a dovere. Un termine peggiorativo diffusissimo sia nel parlato che nello scritto, ecco perché è particolarmente importante non commettere errori. Il quesito è semplice, ma l’esito non è del tutto scontato, almeno per alcuni. La i finale tra la seconda c- e la e-, va messa oppure no? La risposta è tassativamente NO. Si scrive pertanto giornatacce e non giornataccie. Rispolverando le regole del buon vecchio sussidiario della scuola primaria, vige infatti la regola dei nomi che al singolare mantengono la i-, perdendola quando sono volti al plurale. Ricordate che le parole terminanti in -cia e -gia con consonante a precedere, al plurale acquisiscono la finale in -ce e -ge, proprio come giornataccia e giornatacce.
ECCO ALCUNI ESEMPI DI FRASI CON AL LORO INTERNO LA PAROLA GIORNATACCE
Qui di seguito possiamo osservare alcuni esempi contenenti la parola ‘giornatacce’:
- Es. Ho passato delle giornatacce infinite ultimamente.
- Es. Hai presente quelle giornatacce in cui tutto sembra andare per il verso sbagliato?
- Es. Non amo le giornatacce, mi stancano infinitamente.