La pittrice romana Giosetta Fioroni, classe 1932, si racconta a “Le Ragazze” e non nasconde la commozione per la morte di Goffredo Parise, il suo grande amore: “La sua malattia sembrava essere migliorata…poi non fu così…io non sono brava in queste cose”. La Fioroni, oltre venti anni dopo il decesso del compagno, ha indirizzato allo stesso delle “lettere d’amore” nelle quali ha sfogato tutto il sentimento per Goffredo Parise, un sentimento fatto di passione e rimpianto, dolore e mancanza che l’artista, unica donna a far parte del gruppo di artisti della Scuola di Piazza del Popolo, senza scadere in un atto di retorica che non avrebbe fatto onore alla sua storia, ha condiviso con il programma di Rai Tre e i suoi telespettatori. Un momento molto toccante che è stato anche apprezzato sui social. (agg. di Dario D’Angelo)
Giosetta Fioroni, la sua attività artistica
A Le Ragazze spazio a Giosetta Fioroni, pittrice del secondo dopoguerra, considerata come una delle esponenti più importanti della cultura italiana. Figlia di uno scultore e di una pittrice, il suo percorso artistico ha inizio sin da giovanissima, ma la sua carriera si consolida all’Accademia delle Belle Arti e, in particolare, in seguito al fortunato incontro con Toti Scialoja, colui che con il suo estro riuscirà a diventare uno dei punti di riferimento del suo percorso artistico. Dopo un periodo di permanenza a Parigi, nel 1963 fa rientro a Roma, dove entra a far parte del cosiddetto gruppo della Scuola di Piazza del Popolo. Nel 1964 è invece tra i protagonisti della Biennale di Venezia, dove torna nel 1995. Nella sua vita si è occupata di arte, fotografia, video ceramiche e moda, incontrando alcuni dei protagonisti più importanti della storia dell’arte mondiale.
Giosetta Fioroni, “Essere donna e artista? È stato un problema di molti anni fa”
Giosetta Fironi è considerata oggi una delle massime esponenti della Pop Art italiana. Rivoluzionaria e anticonformista, ma sempre con un occhio attento al quotidiano, le sue opere, e il mondo in esse rappresentate, sono spesso associati al sentimento alternativo proposto dal padre della Pop Art mondiale, Andy Warhol. Diversamente all’artista statunitense, però, Giosetta Fioroni ama mettere a confronto due mondi, come quelli rappresentati dalla società dei consumi e dalla fiaba, oppure dalla cultura e dai giochi d’infanzia. E con la sua arte è riuscita a imporsi anche in un’epoca in cui essere allo stesso tempo una donna e una pittrice, poteva riservare qualche ostacolo: “È stato un problema di molti anni fa […] Da molto tempo superato completamente. Oggi – spiega l’artista a Tempi – è quasi, quasi un “optional” positivo. Quando io ho iniziato a esporre negli anni fine ’50 allora sì… era un problema. Ma io ho avuto una forte determinazione”.
Giosetta Fioroni, “C’era molto interesse per Andy Warhol”
Nel ripercorrere il suo straordinario percorso artistico, Gisetta Fioroni ricorda a Le Ragazze quel periodo in cui in Italia e in Europa nascevano i primi sodalizi con artisti provenienti da tutto il mondo: “Furono anni veramente brillanti di incontri, di molti critici d’arte, anche francesi, molti poeti; ci fu un’immissione di un’Europa che era molto simile a noi”. Questo le diede la possibilità di incontrare Andy Warhol, di cui però serba un ricordo piuttosto controcorrente rispetto a quello che è oggi il pensiero comune: “venne a Roma, tutte le sere qualcuno si preparava a fare un festino per lui. A lui – ricorda però l’artista – non gliene fregava assolutamente niente perché era una chec** congelata”. La presenza di una personalità del suo calibro suscitava però un fermento senza precedenti: “C’era molto interesse per qualsiasi sua operazione, se fotografasse i colli oppure i gatti – spiega la Fioroni nel programma di Gloria Guida – Faceva solo fotografie lui, sempre. […] Delle cose insensate e noiose, io credo abbastanza stupido dentro di sé, però interessava tutti”.