Una lettera toccante con un appello accorato: l’ha scritta Deborah Giovanati, vicecapogruppo della Lega al Comune di Milano. Tramite le colonne de La Verità si rivolge a Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, governatori rispettivamente di Veneto e Friuli Venezia Giulia in merito ai casi di questi mesi di richieste di suicidio assistito. “Fermatevi! Non cedete alla falsità della cultura della morte, che vuole farci credere che la sclerosi multipla sia incurabile e che la vita sia degna di essere vissuta solo se sani e normodotati“. Quella di Giovanati è una riflessione diversa da quelle che animano il dibattito, perché soffre di sclerosi multipla secondariamente progressiva, malattia come quella di una donna che in Friuli sta chiedendo di accedere al suicidio assistito.
Parla, quindi, non solo come politica, ma anche come malata. “I giornali e i commenti televisivi di questi ultimi mesi su questa patologia sono devastanti per chi ha la sclerosi multipla. Una forma di terrorismo psicologico aizzato dai sostenitori del suicidio assistito, che condurrebbe chiunque di fronte ad una diagnosi di questo tipo alla disperazione più profonda“, scrive Giovanati. Alla luce di ciò, coglie l’occasione per ringraziare i medici, fisioterapisti e professionisti che si sono presi cura di lei, perché sì, viene curata. “Altro che malattia incurabile come ci stanno facendo credere“.
“MALATI SOLI, FAMIGLIE ABBANDONATE: AIUTATECI”
“La sclerosi multipla non è una sentenza di morte“, sottolinea Deborah Giovanati, che ci tiene a far passare questo messaggio tramite la sua lettera a La Verità. “La vita è diversa, non come quella di tutti, speciale, ma non per questo meno vita. Bisogna lottare e questo può far fare molta fatica alle persone“. Per l’esponente della Lega la politica ha un compito molto importante per i malati. “Se le istituzioni anziché pensare a darci la morte in anticipo, pensassero ad alleviare i costi e le difficoltà perché la strada che dobbiamo compiere sia quantomeno praticabile, meno impervia per noi e per i nostri cari, ci farebbero un grande favore“. Si tratta di un aspetto molto importante per Giovanati, che ricorda come la fatica delle cure venga spesso abbandonata alle famiglie, con tutti i risvolti anche economici del caso.
“Ma le famiglie sono sempre più povere e la gente è sempre più sola, abbandonata a sé stessa e in una condizione di estrema fatica fisica e mentale. L’idea della morte può diventare l’unica risposta al dolore“. I malati da soli non ce la fanno, le famiglie neppure. “Solo una compagnia porta la salvezza“, prosegue Giovanati. La politica, pertanto, può fare molto, di sicuro deve fare di più rispetto ad ora. “Ci sono alcuni farmaci che hanno un costo elevatissimo per il paziente, per cui si decide di non curarsi nonostante i benefici per il proprio corpo. La fisioterapia – che è fondamentale e bisogna farla costantemente – spesse volte non è disponibile in modo gratuito“.
“SUICIDIO ASSISTITO, CI FATE FUORI PER RISPARMIARE?”
C’è pure la questione delle barriere architettoniche, su cui le Regioni possono fare molto, così come per l’assistenza domiciliare. “Il dubbio profondo che ho, anzi ormai è quasi certezza, è che il suicidio assistito di anziani, disabili e malati è di fatto una forma di risparmio per le casse pubbliche“, riflette Deborah Giovanati nella sua lettera a La Verità. La vicecapogruppo della Lega al Comune di Milano ricorda che il costo sociale dei malati di sclerosi multipla in Italia è di circa 5 miliardi l’anno. “Se ci ‘fanno fuori’ nel momento in cui la necessità di cura aumenta nel progredire della malattia, capite bene che è un bel risparmio per il bilancio di Stato e Regioni, in un Paese a crescita demografica zero“. Si promuove così una “cultura dello scarto” che non risparmia neppure il centrodestra. “Ma posso assicurare che una voce diversa all’interno dei partiti continua a resistere, forse ora piccola e debole, ma sicuramente presente che continua a difendere la vita“, conclude Giovanati.