La battaglia della famiglia di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a Napoli da un 17enne, prosegue con un nuovo appello alle istituzioni. A rilanciarlo è il padre Franco Cutolo, pronto a lasciare la città, riporta Il Corriere della Sera, perché ormai “molti giovani girano armati con coltelli e pistole, in tutti i quartieri“. Una vera emergenza, quella della vita di strada che tanti ragazzi conducono nel capoluogo campano, che richiede interventi incisivi soprattutto in termini di prevenzione e certezza della pena.
La madre di Giovanbattista Cutolo ha chiesto che chi ha ucciso suo figlio “sia processato come un adulto” e non acceda agli sconti per la minore età. Oggi il papà ritorna sulla questione e precisa: “Bisogna modificare una legge, quella sulla responsabilità penale dei minori, che sostanzialmente è degli anni ’30 e ha subito alcune modifiche negli anni ’80, quando i ragazzini di 16-17 anni giocavano a Monopoli“. Oggi alcuni giocano con la vita altrui ed è tempo, sostengono i familiari della vittima, di fare concretamente i conti con un sensibile cambiamento di rotta nel sistema giudiziario.
Il padre di Giovanbattista Cutolo dal palco di Torre del Greco: “Giogiò deve essere un simbolo”
Il suo “Giogiò” deve essere un simbolo che porti al riscatto di una città, Napoli, sempre più spesso teatro di gravissimi reati che vedono protagonisti giovani e giovanissimi, ancora minorenni. Lo ha sottolineato il padre del 24enne Giovanbattista Cutolo, Franco, nel suo intervento a Torre del Greco con il sindaco Luigi Mennella per l’inaugurazione, sul palco di Villa Macrina, di una rassegna musicale intitolata al ragazzo ucciso poche settimane fa: “Voci d’autunno dedicate a Giogiò Cutolo contro ogni violenza”.
“Giogiò aveva un legame speciale con Torre del Greco – ha dichiarato il padre di Giovanbattista Cutolo -. Tante volte, specie da piccolo, insieme alla sorella lo lasciavo a casa della nonna, gli piaceva tanto la città. Una delle ultime volte che abbiamo pranzato insieme, mi ha chiesto proprio se le voci su un possibile recupero dei quattro altari fossero fondate. Era legato alla festa dei quattro altari: da piccolissimo mi ha aiutato a realizzare l’altare nel 2003 e fu molto partecipe anche quando mi fu affidata un’altra opera nel 2011. Oggi sarebbe felice di sapere che l’amministrazione comunale sta lavorando per riportare in auge la festa dei quattro altari“. I genitori del musicista chiedono che la legge sulla responsabilità penale dei minorenni cambi radicalmente: “Chi ha ucciso il nostro Giogiò merita l’ergastolo“.