Il servizio civile venne introdotto nell’ordinamento italiano con la legge 772 del 1972 di cui fu relatore il senatore democristiano Giovanni Marcora. Questo fu inizialmente pensato come una possibile alternativa al servizio militare di leva in Italia e riservato esclusivamente per coloro che si fossero dichiarati “obiettori di coscienza”, intendendo per questi coloro che si rifiutavano di prestare servizio di leva, ai tempi obbligatorio, per motivi personali, umanitari o religiosi.



Tuttavia, la prima regolamentazione “organica” del servizio civile si ebbe solo con la legge 239 del 1998 che, oltre a dettare una nuova disciplina in tema di obiezione di coscienza, istituì l’Ufficio nazionale per il servizio civile. La nuova norma sancì, ad esempio, esplicitamente che i cittadini che prestavano il servizio civile godessero degli stessi diritti di coloro che svolgevano il tradizionale servizio militare, che il suo espletamento desse diritto, nei pubblici concorsi, allo stesso punteggio per i servizi prestati negli impieghi civili presso enti pubblici, parificò la durata del servizio civile a quella del servizio militare, inserì la possibilità che potesse essere svolto anche all’estero e addirittura che gli obiettori potessero essere impiegati in missioni umanitarie, anche in quelle che comportavano l’impiego di forze armate



Con la legge 64 del 2001 venne poi istituito il servizio civile nazionale, qualificandolo non più come alternativo e sostitutivo del servizio di leva obbligatorio. Venne, quindi, inizialmente avviato in fase sperimentale e riservato esclusivamente alle donne e agli uomini inabili alla leva di età fino ai 26 anni.

A distanza, insomma, di 50 anni dalla sua istituzione il servizio civile è, certamente, diventato qualcosa di diverso rispetto a quello immaginato dalle “Legge Marcora”.

Nel 2021, infatti, sono stati resi disponibili ben 55.793 posti per operatori volontari ripartiti tra 48.309 posti disponibili in 3.032 progetti da realizzarsi in Italia, 736 posti disponibili per 137 progetti all’estero e 6.748 posti per 384 progetti all’interno della “Iniziativa occupazione giovani”.



Il Pnrr scommette, inoltre, sull’istituto con l’obiettivo di potenziare il Servizio civile universale quale strumento di “apprendimento non formale” dei giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni promuovendo, attraverso questa esperienza, l’acquisizione da parte dei giovani di “competenze chiave” per l’apprendimento permanente (soft skills, competenze personali, sociali, competenze di cittadinanza attiva) che saranno utili, dopo i mesi di servizio alla comunità, anche nel mercato del lavoro.

Si immagina, insomma, che, alla fine, questa esperienza di “servizio” riconsegni alla società giovani cresciuti come persone e meglio orientati rispetto allo sviluppo della propria vita professionale.

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