Tra gli innumerevoli temi che gli ITS Academy si trovano ad affrontare, all’indomani della definitiva istituzionalizzazione avvenuta nel luglio scorso con la legge 99/2022, assume un’importanza e un’urgenza particolari quello della collocazione fisica dell’istituto. La problematica ha due aspetti sostanziali. Il primo è di ordine formale e riguarda l’identità ITS Academy fino a oggi spesso identificati come “propaggine” di scuole secondarie superiori o di enti di formazione che per necessità “ospitano” sia aule che laboratori degli ITS. La seconda, molto più pratica, è che sin dall’inizio (DPCM 25-01-2008) non sono stati previsti finanziamenti pubblici in “conto capitale” per le fondazioni ITS, “costringendole” ad accordi di ogni tipo, comunque in condizione di subalternità, per l’utilizzo di aule e laboratori, a volte anche non proprio adatti all’innovazione tecnologica degli ITS Academy.
Anche l’arcobaleno di speranza costituito dal cospicuo stanziamento del Pnrr per gli ITS, voluto dal lungimirante Governo Draghi, sembra essersi impastoiato a livello di distribuzione delle risorse nelle ragnatele burocratiche (ma saranno solo quelle?) del ministero dell’Istruzione. Infatti, nelle priorità di viale Trastevere gli ITS restano al palo rispetto agli altri segmenti dell’istruzione ed è trascorso quasi un anno senza che alcun provvedimento sia stato preso, mentre le scadenze degli obiettivi ambiziosi richiesti (raddoppio degli allievi in tre anni) si avvicinano pericolosamente.
La preoccupazione si acuisce anche per le voci che stanno circolando sui criteri di ripartizione della dotazione prevista per finanziare laboratori e strutture (500 milioni di euro). Sembra infatti che la ratio di distribuzione voluta dal Ministero sia quella di privilegiare le nuove fondazioni (molte nate come funghi “provvidenzialmente” negli ultimi tempi e non ancora operative) e quelle del centro-sud Italia con un principio che ricorda molto l’assistenzialismo stile “Cassa per il Mezzogiorno” di degasperiana memoria, finora estraneo al sistema meritocratico della “premialità” proprio degli ITS Academy. Si trascurerebbe, in questa evenienza, che finora i risultati migliori in termini sia numerici che di occupabilità siano stati ottenuti in generale nelle regioni del nord e che quanto realizzato finora dalle fondazioni di tali regioni non sia dipeso da particolari finanziamenti né pubblici né privati, ma solo, come del resto per tutta Italia, dal lavoro e dalla passione di persone e istituzioni (principalmente le Regioni) che hanno creduto nel sistema e si sono date da fare per riuscire a farlo decollare. Prova ne è il fatto che anche alcune fondazioni del centro-sud stanno ottenendo risultati molto positivi a dispetto del contesto economico del territorio.
Nelle more delle lungaggini politiche e ministeriali, le fondazioni ITS più proattive (non solo quelle del nord) contando sull’italico spirito dell’arrangiarsi, si sono adoperate per creare i presupposti e realizzare sinergie che hanno portato alla realizzazione di sedi e laboratori avanzati “propri” con logiche certamente identitarie, ma anche di apertura al territorio.
Senza trascurare esempi virtuosi che personalmente con grande soddisfazione ho visto nascere e operare in tutta Italia, ne vorrei citare tre che possono costituire modelli replicabili in ogni territorio.
ITS Academy Turismo Veneto – Jesolo (VE)
La fondazione ben condotta dal Presidente Schiavon e dalla sua squadra di professionisti, che ricordo al primo posto del ranking nazionale INDIRE di qualche anno fa, è riuscita nell’intento di realizzare la propria sede per uffici, aule didattiche e laboratori sfruttando un accordo con il Comune di Jesolo. L’accordo prevede la concessione gratuita a lungo termine del plesso di una ex scuola elementare, recentemente dismessa in seguito al calo demografico in atto. I lavori di ristrutturazione hanno impegnato la fondazione per circa un anno con l’utilizzo di risorse proprie derivate principalmente dalla “premialità” guadagnata negli anni per proprio merito. Il risultato è spettacolare:ambienti studiati con concetti di didattica innovativa, spazi ampi di studio e condivisione per gli allievi, attrezzature all’avanguardia. Una “vera” sede ITS Academy.
La replicabilità consiste nella possibilità di ottenere dai Comuni o dalle Province, enti proprietari degli stabili scolastici dismessi, comodati gratuiti a lungo termine in cambio di ristrutturazioni che possono essere finanziate in vario modo come bandi pubblici o di fondazioni bancarie o con l’aiuto delle Camere di Commercio, Industria e Artigianato. Si persegue così lo scopo identitario ITS, senza grandi investimenti in conto capitale e contribuendo all’utilizzo di un bene pubblico già formalmente adibito ad attività formative, altrimenti destinato a rapido degrado.
MITS – Udine (sede di Feletto Umberto)
Per la fondazione friulana si tratta di una realizzazione molto simile alla precedente citata, con la differenza che lo stabile di partenza, di proprietà privata, era in origine un edificio industriale che la fondazione ha affittato e ristrutturato con le logiche della formazione tecnica avanzata. Anche qui ambienti luminosi, laboratori e spazi flessibili per una formazione che evolve assieme al progresso produttivo. Spicca, in questo caso, la visibilità legata alla possibilità di esporre una grande insegna fronte strada: il futuro degli ITS Academy è legato a un’immagine che spesso in altri contesti appare in secondo piano. Nei programmi della fondazione una grande nuova sede a Udine, inserita nella ristrutturazione di un complesso industriale dismesso, spinta da sinergie di vari attori del territorio.
ITS Academy Meccatronico Veneto (sede Alto Vicentino) – Schio (VI)
La fondazione veneta ha stretto un accordo con il Comune di Schio per l’utilizzo esclusivo di un intero piano di un modernissimo edificio comunale denominato FABER BOX, costruito pochi anni fa proprio per rispondere alle esigenze di avvicinamento alle nuove tecnologie dei giovani della zona. L’edificio si trova al centro della “zona studi” di Schio a un passo da istituti tecnici e professionali e licei, mantenendo però quel “distacco fisico” necessario a far comprendere la diversità dell’offerta formativa ed è dotato di mensa e altri spazi per i giovani. Al momento sono ospitati nella struttura due corsi ITS per un totale di un centinaio di allievi, ma si prevede che in breve si possa passare a numeri più grandi con la partecipazione di altre fondazioni venete (recentemente operanti in rete) e andando a costituire un vero e proprio “polo tecnologico ITS Academy” dell’alto vicentino.
Le risorse per la realizzazione del FABER BOX i sono state reperite dal comune principalmente attraverso un finanziamento di Fondazione CARIVERONA. Per i laboratori specialistici si sono andate a sfruttare le strutture limitrofe degli Istituti Secondari Superiori coinvolgendoli nel progetto. Il modello dei “multi poli ITS” afferenti ad aree territoriali definite, non necessariamente concentrate nei capoluoghi di provincia, potrà essere una delle strade possibili di sviluppo del sistema e in questo modo replicato senza grandi investimenti.
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