Negli anni scorsi anche nel nostro Paese fu lanciato il programma “Garanzia Giovani”, un’iniziativa europea nata, sulla base di alcune “buone pratiche” già operative, dalla necessità di fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo e la disoccupazione giovanile e i cui finanziamenti sono, prioritariamente, rivolti a quei Paesi che si caratterizzano per un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%.
Il programma si rivolge, con alcune eccezioni nelle regioni del Sud, ai cosiddetti Giovani “Neet”, ossia che né studiano e né lavorano, tra i 15 e i 29 anni. I giovani che aderiscono possono così ricevere un’offerta qualitativamente valida di lavoro (in particolare attraverso il ricorso all’apprendistato), di istruzione o di formazione (anche con l’attivazione di percorsi di tirocinio extracurricolari), entro un tempo limitato dall’inizio della disoccupazione o dall’abbandono dell’istruzione formale.
I Neet registrati al programma (al 30 novembre 2022) sono, quindi, 1.712.975, con un incremento di 8.855 unità rispetto al mese presente come riportato nel periodico rapporto di Anpal.
Si scopre così che il 64,5% dei giovani presi in carico dai Centri per l’impiego è stato avviato a un intervento di politica attiva. Le misure erogate sono state ben 1.089.211, in prevalenza tirocini extracurriculari (56,7%), seguiti da incentivi occupazionali (19,1%) e formazione (17,1%).
In questo quadro il tasso di inserimento occupazionale degli 802.155 giovani che hanno concluso un intervento previsto da Garanzia Giovani è del 67,2%, per un totale a fine novembre 2022 di oltre 539 mila occupati. Rispetto poi alla tipologia di contratto attivata, emerge che si tratta nel 76,7% di casi di un lavoro stabile con il 62,4% dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e ben il 14,3% di contratti di apprendistato.
In continuità, quindi, con un processo già avviato, anche il Governo Meloni ha approvato un “nuovo” incentivo per l’occupazione giovanile nel “Decreto lavoro” che dovrebbe essere pubblicato a breve. I datori di lavoro privati che assumeranno, dal 1 giugno a fine 2023, giovani under 30 Neet registrati al Programma europeo dedicato ai giovani avranno così diritto a godere di un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.
L’occupazione, tuttavia, soprattutto quella di qualità, per i nostri giovani non si crea (perlomeno soltanto) con i decreti e gli incentivi, ma con la capacità di mettere in campo “politiche” innovative e dedicate che parlino anche di formazione, politiche abitative e welfare. Il tutto dovrebbe essere, inoltre, condito con una sana dose di “azione culturale” costruita intorno alla ridefinizione di un senso, e significato, del lavoro che si focalizzi, come peraltro nello spirito (tradito?) di Garanzia Giovani, sui ragazzi più deboli e a rischio esclusione sociale e povertà non solo economica.
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