In Italia i Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni fuori dal circuito formativo e lavorativo, sono più di 2 milioni, un numero in aumento anche a causa delle conseguenze legate alla pandemia. Il nostro Paese è al primo posto nella classifica europea dei Neet, con una percentuale del 21% rispetto alla popolazione giovanile. Dietro i numeri stanno volti e storie, talvolta anche di persone che sono riuscite a lasciarsi alle spalle questa situazione.
È il caso di Marco: ha 29 anni, vive in Puglia e come tanti è stato costretto per molti anni a passare da un “lavoretto” all’altro. Si dà da fare soprattutto durante la stagione estiva, ma non riesce a inserire nulla di ciò che fa nel curriculum. La parola ricorrente della sua esperienza è stata “precarietà”, fino all’incontro con un operatore di Ascla (Associazione Scuola e Lavoro), un ente di formazione di Casarano (Lecce), che gli ha proposto un tirocinio all’interno del programma “Garanzia Giovani” che si svolge in una struttura confiscata alla criminalità organizzata a Salve (Lecce). “So fare un po’ di tutto – racconta Marco – e insieme a un’altra persona ci occupiamo di gestire questa enorme struttura che ospita numerose attività pratiche, corsi di sicurezza e prove antincendio”.
Alla fragilità di tanti giovani che si approcciano al mondo del lavoro, Ascla risponde attraverso l’educazione e la formazione, ma soprattutto proponendo un accompagnamento umano. “Il nostro metodo si basa su un valore comune per gli uomini: l’amicizia. Non l’abbiamo inventato, ne siamo stati ‘contagiati’ e l’abbiamo fatto diventare la nostra bussola”, racconta Giuseppe Negro, fondatore dell’opera.
Dal 2002 l’associazione si occupa della formazione e dell’orientamento dei giovani al mondo del lavoro, attraverso progetti e iniziative che costruiscono relazioni tra la comunità e il territorio. Ascla è un luogo famigliare in cui le persone sono invitate a recuperare il valore della propria persona e a desiderare e perseguire il compimento della propria vita. “Questi giovani sono accumunati dallo stesso desiderio e dalla stessa fragilità, il desiderio di scoprire il proprio destino e la difficoltà di capire chi sono”, spiega Benedetta Negro, operatrice di Ascla.
Marco, dopo i primi mesi di tirocinio, traccia un piccolo bilancio: “Ho la percezione che il mio lavoro non sia fine a se stesso ma faccia parte di qualcosa di più grande dove ognuno fa la propria parte e ha il proprio ruolo. E io voglio fare bene la mia, come amministratori e educatori fanno bene la loro”.
“Anche noi operatori ci sentiamo spesso fragili e impotenti – osserva Benedetta -, ma davanti a questo grido che sale dai cuori dei giovani in cerca della propria strada non possiamo rimanere indifferenti.”
Ascla insieme ad altre esperienze è protagonista della mostra “Costruttori di futuro”, allestita nel Padiglione C3 al Meeting di Rimini dal 20 al 25 agosto. Oggi, venerdì 20 agosto alle 15, presso l’Arena della mostra, viene proposto un incontro per conoscere la sua storia e approfondire le tematiche di cui si occupa: “Quale futuro per i Neet? L’esperienza di Ascla”. Partecipano Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giuseppe Negro, presidente di Ascla, introduce e modera Paolo Viana, giornalista di Avvenire. Per partecipare è necessario registrarsi sull’app del Meeting come visitatore della mostra, nel turno delle 14.30 o delle 14.45.
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