I giovani non sono consapevoli dell’HIV e delle sue drammatiche conseguenze, esponendosi a un maggior rischio di contrarre la malattia. È l’allarme lanciato dal professor Andrea Gori, docente di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Milano, che a Il Giornale ha spiegato come “solo in Lombardia trattiamo circa 25.000 persone che vivono con HIV. Non è, dunque, una malattia rara ed è ancora diffusa”.



A correre un grave rischio sono i ragazzi: “a fronte di una diminuzione delle infezioni, c’è però una maggior frequenza di esposizioni al rischio e di infezione nella popolazione tra i 18 e i 25 anni – dichiara il professor Gori a Il Giornale – Esiste, quindi, un bisogno estremo di fare informazione ed educazione perché, ancora oggi, quando vengono in ospedale, non sanno nemmeno cosa sia l’Aids”. Ma non solo, perché “si espongono in maniera pericolosa al rischio di infezione: la sessualità dei giovani è molto più promiscua rispetto a quella del passato”. Giovani e HIV, il professor Gori pone anche l’accento sull’importanza di avere una diagnosi tempestiva: “la diagnosi è molto semplice. Ci sono anche dei test che misurano la viremia, ma purtroppo i giovani di oggi, non conoscendo la malattia, non se ne preoccupano”.



HIV, giovani a rischio contagio: “terapia può arginare problema, ma dura tutta la vita”

Giovani sempre più a rischio di contrarre l’HIV perché non conoscono questa malattia, il professor Andrea Gori sentito da Il Giornale dichiara che “oggi è molto importante mantenere alta l’attenzione sul tema e parlarne”, così che non sia dimenticata un’infezione che soprattutto negli anni Ottanta causò un gran numero di vittime. “Le morti per Aids sono molto diminuite, ma se ne registrano ancora 150 l’anno” spiega l’infettivologo, che aggiunge come “l’esistenza di terapie che possano arginare il problema e garantire, nel contempo, una buona qualità di vita non deve rappresentare l’alibi per banalizzare e sottovalutare il rischio e la malattia”.



Infatti, il professore ribadisce che “un ragazzo di 18 anni che contrae l’HIV deve sottoporsi a controlli continui e assumere le terapie a vita, cercando di essere il più aderente possibile. E, nonostante ciò, non si può escludere il rischio che si sviluppino delle mutazioni che rendono le terapie inefficaci”. Una situazione complessa di cui però sempre meno ragazzi si rendono pienamente conto.