GIOVANNA BOCCALINI BARCELLONA: CHI ERA L’ATTIVISTA

Oggi, 24 settembre 2023, Google celebra il 122esimo compleanno di Giovanna Boccalini Barcellona, ​​educatrice e attivista italiana per i diritti delle donne all’inizio del XX secolo, con un Doodle dedicato alla sua figura. L’attivista “ha svolto un ruolo significativo nel progresso dell’emancipazione e dell’uguaglianza di genere”, ricorda Google. Infatti, “Boccalini Barcellona ha anche contribuito a fondare la prima squadra di calcio femminile italiana, un risultato rivoluzionario in uno sport dominato dagli uomini”.



Il suo amore per il calcio, ricordato negli anni a seguire anche dalla famiglia, la portò a difendere con le unghie il club da lei fondato, nonostante l’opposizione del fascismo. “Questo atto ha senza dubbio abbattuto le barriere di genere in un periodo in cui gli sport ufficiali erano praticati principalmente da uomini”, ricorda ancora Google. Il suo lavoro, infatti, ha dato alle donne il potere di perseguire attività atletiche, cercando di abbattere inoltre gli stereotipi sulle capacità e sugli interessi delle donne.



GIOVANNA BOCCALINI BARCELLONA: FONDÒ LA PRIMA SQUADRA FEMMINILE

Tra i tanti meriti di Giovanna Boccalini Barcellona, celebrata oggi da Google, c’è anche quello di aver fondato la prima squadra femminile di calcio d’Italia, il Gruppo femminile calcistico, che però fu bloccata dal regime fascista nel 1933. «Amo moltissimo il giuoco del calcio, un amore tenace il mio, non un fuoco di paglia. Le mie compagne hanno tanta passione e buona volontà: non tramonteremo mai», prometteva la sorella minore Rosetta in un’intervista di Calcio Illustrato. Un sogno realizzato, infatti, con le sorelle Luisa, Marta e Rosa, ma la squadra giocò una sola partita. La prima e unica fu quella dell’11 giugno del 1933. C’era anche un certo pubblico, visto che le calciatrici erano diventate famose e al tempo stesso discusse.



Ma come ricostruito, e riportato dal Corriere, a capo del Coni arrivò Achille Starace, gararca fascista che, stando a quanto raccontato dallo storico dello sport Marco Giani, «non era un uomo di sport e ancora meno sapeva di quello femminile». Dunque, ragionava «con criteri solo politici: lo sport doveva servire a sfornare campioni e campionesse che dessero lustro al fascismo». Ma contro il fascismo Giovanna Boccalini Barcellona ha combattuto anche lontano dai campi di calcio, infatti fu una partigiana e durante la Seconda guerra mondiale si unì alla Resistenza e combatté contro il regime. (agg. di Silvana Palazzo)

GIOVANNA BOCCALINI BARCELLONA DIETRO LA NASCITA DELL’INPS

Giovanna Boccalini Barcellona, la femminista e membro della resistenza al fascismo in Italia alla quale è dedicato il doodle di Google di oggi, che ne festeggia il 122esimo compleanno, tra i tantissimi meriti che ebbe e ha, fu anche una delle figure più importanti nella ricostruzione sociale dell’Italia dopo il ventennio fascista. Qualche anno dopo la fondazione del gruppo di Difesa delle Donne, con la sua adesione al PCI, Giovanna Boccalini Barcellona nel 1949 fu tra le promotrici del patronato CGIL INCA, nel quale assunse anche il ruolo di vicepresidente. Non solo, perché nello stesso anno promosse la creazione dell’INPS, occupando anche qui la poltrone del vice, e battendosi sempre soprattutto per i diritti delle donne. (Agg. di Lorenzo Drigo)

GIOVANNA BOCCALINI BARCELLONA: L’ESPONENTE DEL FEMMINISMO

Educatrice e attivista italiana per i diritti delle donne, Giovanna Boccalini Barcellona è una figura che ha avuto un ruolo significativo nel progresso dell’emancipazione e dell’uguaglianza di genere. Ad esempio, come educatrice ha lavorato per introdurre riforme che consentissero alle ragazze e alle donne di avere più accesso a risorse e opportunità. La fondazione della prima squadra femminile italiana ha di fatto abbattuto le barriere di genere in un periodo in cui gli sport ufficiali erano praticati solo dagli uomini.

Il lavoro di Giovanna Boccalini Barcellona, però, non ha conferito alle donne solo il potere di praticare sport, ma ha soprattutto sfidato gli stereotipi sulle capacità e gli interessi delle donne. Alla luce di tutto ciò, Google ha deciso di celebrarla con il suo doodle di oggi, spiegando che «gli stimolanti contributi» di Giovanna Boccalini Barcellona «all’istruzione, ai diritti e all’uguaglianza delle donne hanno lasciato un impatto duraturo sulla società italiana». (agg. di Silvana Palazzo)

CHI È GIOVANNA BOCCALINI BARCELLONA, PALADINA DELLA RESISTENZA (E NON SOLO)

Paladina della Resistenza e simbolo delle grandi battaglie per il lavoro e l’emancipazione femminile, Giovanna Boccalini Barcellona è celebrata da Google con un doodle. L’immagine della partigiana campeggia, infatti, sull’homepage del più famoso motore di ricerca mondiale, perché oggi ricorre il 122esimo compleanno. Nata a Lodi in una famiglia numerosa, è figlia di una donna, Antonietta Salvarani, che non si esimeva dal denunciare diseguaglianze a livello di salari e combatteva per dare ai suoi figli, maschi e femmine, un’istruzione adeguata. Vicino a casa sua viveva lo scultore Ettore Archinti, artista e militante socialista, per il quale Giovanna Boccalini Barcellona divenne modella.

Quell’uomo fu soprattutto un padre spirituale, perché le insegnò il socialismo e la introdusse nella locale Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso, dedicandosi alla biblioteca per diventare una consigliera. A soli 17 anni si iscrisse nella locale sezione socialista, condividendo aspirazioni e interessi con un’altra consigliera della Società e militante socialista, Amore Timolati. Ma oltre al socialismo, Giovanna Boccalini Barcellona era interessata all’emancipazione femminile. Infatti, spinta dalla compagna dello scultore, Celestina Fasoli, venne introdotta nei circoli femminili socialisti di Milano dove veniva invitata a parlare ad altre donne.

GLI STUDI, LA FAMIGLIA E LA PRIMA SQUADRA DI CALCIO FEMMINILE

Giovanna Boccalini Barcellona era consapevole della necessità di contribuire alle entrate familiari lavorando, ma anche dell’importanza dell’indipendenza economica anche per le donne. Dopo aver ottenuto il titolo di contabile, si impegnò negli studi presso la Scuola Normale Femminile di Lodi dove ottenne il titolo per diventare maestra elementare che è stato il lavoro di buona parte della sua vita. L’ascesa del fascismo le mostrò il volto veloce e violento, infatti rimase coinvolta, ma uscendone incolume, in uno dei primi eccidi fascisti che si consumò nel 1919 nel teatro Gaffurio di Lodi. Nel 1924 incontrò Giuseppe Barcellona, procuratore alle imposte siciliano che sposò.

L’anno dopo diede alla luce il loro primo figlio, chiamato Giacomo in memoria di Giacomo Matteotti, rapito e ucciso dai fascisti. Nel 1927 si trasferì a Milano, ma il legame con Lodi e Archinti rimase forte. Nel 1929 nacque la seconda figlia e ottenne il posto in una scuola elementare maschile. Mentre la militanza politica si fece impossibile col fascismo, Giovanna Boccalini Barcellona con le tre sorelle più giovani fu protagonista di una pionieristica impresa sportiva: fondò la prima squadra calcistica femminile italiana, il Gfc (Gruppo femminile calcistico), di cui lei era commissaria.

LA MORTE DEL FIGLIO, IL PC E IL GIORNALE “NOI DONNE”

Non furono poche le difficoltà per Giovanna Boccalini Barcellona nell’ottenere le autorizzazioni a giocare dai fascisti, a cui si aggiunsero quelle personali per il confino del marito per una vicenda a cui si dichiarò estraneo. Comunque, la durata della squadra fu breve come il confino del marito, ma entrambe le vicende la segnarono nel profondo. La sua tenacia emerse nel sostegno al marito e al Gfc, infatti ne divenne segretaria, guidando la squadra quando i fascisti ne avevano decretato la chiusura. La morte del figlio primogenito fu spartiacque nella sua vita, ma la caduta del fascismo e il bisogno di reagire a quella perdita ravvivarono la passione per la politica. Si iscrisse al PCI, militandoci fino alla sua morte.

Oltre ad essere pioniera del calcio femminile, Giovanna Boccalini Barcellona fondò i Gruppi di Difesa della Donna, una organizzazione interpartitica femminile che sosteneva la lotta di Liberazione, l’emancipazione e l’educazione democratica femminile che perseguì anche tramite il giornale “Noi Donne”, di cui Giovanna Boccalini Barcellona fu direttrice. Morì ad Osnago nel 1991 lasciandoci come eredità il suo impegno civile e politico, ma ha soprattutto rappresentato un ponte tra l’esperienza emancipazionista pre-fascista e il femminismo.