Ospite di Bruno Vespa a Cinque Minuti, Giovanni Allevi ha parlato della sua malattia, ovvero il mieloma multiplo. “Soffro di mal di schiena anche quando suono. Quando c’è il piano a coda, quello grande da concerto, la mia energia viene completamente assorbita e così anche il mio fisico. Certe posizioni che assumo, sono dolorose” ha spiegato il pianista. La lotta contro la patologia ha insegnato al musicista a vivere la vita: “Adesso io cerco di cogliere dalla vita tutti i doni che mi offre. Molto più di prima. Il mio futuro è un presente allargato, non voglio spingermi troppo in avanti”.



Giovanni Allevi ha poi spiegato il motivo per cui al Festival di Sanremo ha parlato di un filosofo, ovvero Kant: “L’ho citato perché quando ho affrontato il fatto che avrei potuto non farcela, il suo pensiero filosofico che parla dell’immortalità dell’anima mi ha dato molto sollievo. Nella profondità del nostro essere c’è qualcosa di più grande, qualcosa di buono e qualcosa che trascende il mio dolore fisico“. La laurea in filosofia, ha spiegato ancora Allevi, “è importantissima per il mestiere che faccio”.



Giovanni Allevi: “Mio padre non voleva facessi il compositore”

Parlando del rapporto con il padre, Giovanni Allevi racconta come “per tanti anni è stato il mio più grande detrattore, non voleva che facessi il compositore. È un sostenitore della grande tradizione classica, del sinfonismo, di Wagner, vedeva il mio tentativo di scrivere musica nuova come un sacrilegio”. Poi, per il pianista un ringraziamento ai “pazienti dell’Istituto dei tumori di Milano e a tutte le persone che stanno vivendo questo percorso molto difficile: mi danno una grande forza, sono un esempio di umanità, di autenticità, li abbraccio tutti”.



Pochi giorni fa, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, durante il suo concerto Allevi ha confessato di avere un forte dolore ma si è detto pronto ad annegarlo nella musica: “È partito il mal di schiena proprio a metà concerto, allora ho detto quella frase che è forte, è dura”, ha raccontato a Cinque Minuti. “L’idea che il dolore fisico possa essere trasformato in musica non è solo un fatto spirituale, è anche fisico, perché quando c’è il pianoforte gran coda da concerto la mia energia viene assorbita, come se il pianoforte fosse un materasso morbidissimo e allora le contratture dei muscoli paravertebrali di sciolgono” ha spiegato ancora.