Giovanni Allevi, straordinario pianista, nonché compositore e musicista, in cura per un tumore, ha voluto omaggiare gli infermieri attraverso un video pubblicato ieri sui suoi canali social. Nella giornata internazionale dell’infermiere, Allevi si è rivolto proprio alla categoria, spiegando che gli infermieri «sono coloro che passano più tempo a contatto con noi pazienti durante la degenza e svolgono una autentica missione, nel portare le medicazioni, nell’alleviare la sofferenza e nel dare una parola di speranza: nel giorno della loro festa, e in tutti gli altri, va il nostro più sincero ringraziamento».
Quindi il compositore, attraverso un videomessaggio, ha proseguito: «Sono venuto da voi spaesato, impaurito che la mia vita fosse appesa a un filo, dopo aver fatto la scoperta che il mio corpo purtroppo non è eterno eppure voi mi avete accolto amorevolmente. E allora si è sviluppato nel mio cuore un profondo senso di riconoscenza nei vostri confronti». E ancora: «E così accadeva che ogni volta che entrava dalla porta un’infermiera o un infermiere per portarmi un farmaco o un antidolorifico, io gli ponessi una domanda per me importantissima: “Ma ti rendi conto che mi stai salvando la vita”?».
GIOVANNI ALLEVI: “PORTATE AVANTI UNA MISSIONE IMPORTANTISSIMA”
Giovanni Allevi ha proseguito: «Dopo una piccola perplessità iniziale ecco arrivare una risposta dall’umiltà disarmante: “Io faccio solo un piccolo pezzetto”. Io ribattevo che quel piccolo pezzetto unito agli altri ti salva la vita. Insomma, che lo vogliate o no portate avanti una missione importantissima. E noi pazienti ve ne siamo profondamente grati».
Quindi il noto pianista ha aggiunto e concluso, rivolgendo sempre il proprio pensiero a quelli che lui definisce i suoi salvatori: «Il passo, poi, è stato breve. Ti salvava la vita non solo chi portava un farmaco importante, ma anche chi puliva il pavimento o rifaceva il letto o chi chiedeva cosa volessi mangiare a pranzo o cena. L’ottavo piano dell’Istituto nazionale dei tumori, è il posto che ho frequentato di più. Per me non è un reparto, ma un luogo sacro, dove la vita si manifesta in tutta la sua autenticità. E tutto ciò che non è autentico crolla e non ha più senso. Oggi, che è il vostro giorno di festa, – chiosa il compositore – voglio che ci salutiamo con una piccola riflessione: sono un sostenitore della scienza e della ricerca scientifica, senza la quale non sarei qui a parlarvi. Ma sappiate che una parola di speranza e un sorriso sono potenti come un farmaco».