Giovanni Allevi e Greta Thunberg hanno qualcosa che li accomuna. L’artista e la 16enne svedese paladina della lotta contro i burrascosi cambiamenti del nostro clima, posseggono gli stessi pensieri, ma secondo qualcheduno sarebbero anche colpiti dallo stesso tipo di malattia. La Thunberg, com’è risaputo, ha la sindrome di Asperger che, come scientificamente spiegato, fa parte dei “disordini pervasivi dello sviluppo”, cioè di quel gruppo di malattie che controllano il comportamento e la socialità. La sindrome, che prende il nome dal pediatra viennese che la ha scoperta, Hans Asperger, si rivela in bambini che hanno individuate peculiarità: sono solitari e impacciati nei movimenti, si staccano spesso dai loro coetanei ed hanno particolari complessità a comunicare e a relazionarsi con gli altri. Nel contempo, coltivavano i loro interessi con una devozione e concentrazione tale da divenire dei veri e propri esperti in campo.



Giovanni Allevi ha la sindrome di Asperger come Greta Thunberg?

Questa sindrome dunque, pur essendo una forma di autismo lieve, consente a chi ne è colpito di portare avanti una vita assolutamente normale e di successo. Questa sintomatologia, da cui è affetta Greta Thunberg, secondo qualcuno potrebbe fare parte anche della vita del musicista Giovanni Allevi che, in una intervista al settimanale Chi, si è pronunciato a tal proposito: “Sa che dicono che anch’io, come Greta, sia un Asperger – ha raccontato Allevi, che approfondito in modo superficiale l’argomento – . Se ho approfondito? Da quello che ho letto sulle caratteristiche di questa sindrome mi sembra già chiarissimo senza bisogno di approfondire (ride, ndr). Se così è mi fa piacere avere colleghi illustri come Greta”. Il celebre pianista ha perfettamente sposato le cause portate avanti dalla 16enne: “Greta? Si è fatta interprete di un’energia mondiale pronta ad esplodere e ci ha costretti a rivedere completamente la percezione nei confronti delle nuove generazioni – ha spiegato elogiando i giovani che si sono avvicinati alle sue idee – . I ragazzi si sono dimostrati molto più intelligenti, profondi, lungimiranti e veloci di noi”.

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