Giovanni Bachelet, oggi fisico e docente ma in passato anche figura politica, è il figlio del Vittorio che fu vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura durante il difficile periodo degli anni ’70, caratterizzati dal terrorismo in Italia. Furono, infatti, le famigerate Brigate Rosse ad ucciderlo, con 11 colpi di pistola dopo una lezione alla facoltà di scienze politiche a Roma, per mano di Anna Laura Braghetti, di fianco a quella che all’epoca era la sua assistente, ovvero Rosy Bindi.



Sulle pagine del Corriere della Sera, Giovanni Bachelet ha dedicato un lungo racconto su suo padre Vittorio, che ricorda come “una persona tenera, inclusiva, perdeva tempo a persuadere anche noi, adolescenti ribelli. Sapeva guidare, ha avuto ruoli importanti, ma lo faceva con il convincimento”. Fu lui ad iscriverlo, “quasi a forza” al Mamiani, luogo di aggregazione dei movimenti 68ini e del futuro terrorismo politico, ma invitandolo a farsi “un’opinione mia, non aggregarmi passivamente”, racconta Giovanni Bachelet, “Era aperto”, ricorda, “ma con principi importanti, non era del tipo ‘chi non è con me è contro di me'”.



Giovanni Bachelet: “Papà Vittorio non aveva paura delle BR”

Ricordando ancora quegli anni, Giovanni Bachelet sostiene che nonostante il terrorismo delle BR, suo padre Vittorio “non aveva paura, ma certo non era incosciente. Diceva: ‘Ho accettato questo incarico, se avessi paura mi dimetterei”, ma non per questo sottovalutò i rischi che correva. Semplicemente, ricorda il figlio, non voleva “rischiare di dare ragione” ai terroristi o a coloro che “dicevano che l’Italia era militarizzata“.

Al funerale di suo padre, Giovanni Bachelet pronunciò parole importanti, di rifiuto all’odio e di invito alla preghiera, ed oggi ricorda che “si parlò molto delle parole della mia preghiera in chiesa, ma io non pensavo che dovessimo riconciliarci“. Loro e i terroristi, sostiene, “non eravamo uguali, io non sparavo a nessuno e mio padre nemmeno. In quel tempo qualcuno sparava e qualcuno veniva ucciso. Era una terribile asimmetria”. In chiusura, Giovanni Bachelet ricorda anche che seppe della morte di suo padre “alle sei del mattino”, mentre si trovava in New Jersey, per bocca di “due amici. Penso che i miei abbiano fatto così perché, visto il mio passato di depressione, hanno preferito che ci fosse qualcuno quando avessi saputo della notizia. Ricordo l’ultima telefonata con mio padre“, racconta, “qualche giorno prima che lo uccidessero. Ero negli Usa per lavorare e gli dissi: ‘Come stai papà?’, ‘Bene, quando ti sento'”.