Giovanni Barreca, dopo aver lasciato il carcere perché incapace di intendere e di volere, è finito in una Rems. Roberta Bruzzone, consulente di parte della difesa, spiega a “Mattino 5”: “Il collegio peritale ha affrontato tutti gli aspetti e ha blindato ogni possibile strada alternativa. L’udienza per noi è andata molto bene perché conferma in maniera inattaccabile la diagnosi di disturbo delirante cronico. Non potrà essere processato. Io l’ho rivisto e credo che la terapia l’abbia effettivamente cominciata, si vede un cambiamento dovuto all’assunzione di farmaci. I colleghi della Procura non fanno una diagnosi: oscillano tra un disturbo psicologico, un disturbo di personalità paranoide e addirittura una follia condivisa, aggiungendo poi un pronunciamento di semi-infermità”.
Come spiegato ancora da Roberta Bruzzone, “il collegio peritale è stato molto netto perché bisognerebbe far capire quali sono gli aspetti critici perché in uno stesso elaborato oscillano tra tre dimensioni dunque un modo per mettere in crisi la nostra tesi, non c’è”. La figlia, sua probabile complice, non sarebbe incapace di intendere e di volere secondo Bruzzone: “L’unico soggetto gravemente delirante è il signor Barreca. Gli altri oscillano in uno spettro di religiosità, di fanatismo religioso”.
Giovanni Barreca in una Rems: “Ecco quale sarà il percorso”
Giovanni Barreca si trova all’interno della Rems di Caltagirone. Il responsabile della struttura, a “Mattino 5”, ha spiegato: “Il percorso, così come quello di tutti i pazienti, è di avere un trattamento terapeutico e riabilitativo. Tutte le zone comuni sono videosorvegliate, vi sono degli operatori che 24 ore su 24 assistono i pazienti. Il paziente è arrivato da tre giorni, ha avuto dei colloqui con me, stiamo facendo dei test psicologici. Stiamo lavorando sull’aspetto dei demoni che lui vede. Per ora abbiamo parlato solo di lui e di quello che dobbiamo fare come trattamento riabilitativo. Dopo la prima osservazione e i primi colloqui con il sottoscritto, sta apprendendo la terapia. Abbiamo improntato tutti i sistemi di sicurezza sulla custodia e i sistemi di cura affinché un paziente migliori nel tempo”.