Giovanni Brusca non è solo l’antagonista della serie Tv Il Cacciatore 2, in onda ogni mercoledì in prima serata su Rai 2. Brusca, infatti, non è un semplice personaggio; o, perlomeno, non è un personaggio di fantasia. Brusca ha veramente ucciso delle persone. Ha veramente ucciso un bambino, il piccolo Giuseppe Di Matteo, “colpevole” di essere il figlio di un pentito di mafia, Santino Di Matteo. La “colpa” di quest’ultimo, invece, era quella di aver cantato. Giovanni non ha mai negato di aver compiuto quell’omicidio. Se si è pentito? Questo lo sa solo lui. Dalle sue parole, possiamo soltanto sperare di sì. “Se avessi avuto un momento in più di riflessione, più calma per poter pensare, come ho fatto in altri crimini, forse ci sarebbe stata una speranza su mille, su un milione, che il bambino fosse vivo. Oggi qualsiasi giustificazione sarebbe inutile. In quel momento non ho ragionato”. (agg. di Rossella Pastore)



Chi è Giovanni Brusca

Giovanni Brusca è il killer della strage di Capaci al centro della seconda stagione de Il Cacciatore 2, la fiction con Francesco Montanari e trasmessa su Rai2. Dopo il grande successo della prima stagione arrivano su Rai2 i nuovi episodi della serie ispirata al libro “Il cacciatore di mafiosi” scritto da Alfonso Sabella in cui si parla anche del killer che ha partecipato alla terribile strage di Capaci che ha causato la morte del magistrato antimafia Giovanni Falcone. Brusca, arrestato nel maggio del 1996, da circa due anni ha deciso di collaborare con la giustizia. Tanti sono gli anni da scontare, ma recentemente la Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa del boss di Cosa Nostra che richiedeva la detenzione domiciliare. Tra i crimini attribuiti a Brusca c’è anche la morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santo Di Matteo, che è stato ucciso e sciolto nell’acido. Una morte terribile che viene raccontata anche nella fiction e ricostruito con minuzia di dettagli e particolari come ha raccontato lo stesso attore protagonista Francesco Montanari.



Giovanni Brusca pentito, ma non chiede scusa

La richiesta di detenzione domiciliare non è stata accolta dalla prima sezione penale della Corte di cassazione, quindi Giovanni Brusca resta nel carcere di Rebibbia. Alla notizia di una possibile scarcerazione Maria Falcone, la sorella di Giovanni Falcone, ha commentato così: “resta un personaggio ambiguo, non merita altri benefici. Ricordo ancora che  proprio grazie alla collaborazione con la giustizia ha potuto beneficiare di premialità importanti: oltre a evitare l’ergastolo per le decine di omicidi che ha commesso – tra questi cito solo quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido a 15 anni- ha usufruito di 80 permessi”. La sorella di Falcone ci è andata giù pesante precisando: “se si accetta che per un fine superiore vengano concessi benefici ai criminali che collaborano con lo Stato, resta però inaccettabile la concessione di sconti ulteriori a chi si è macchiato di delitti tanto efferati”. Al grido della sorella di Falcone si è aggiunto anche quello di Nicola di Matteo, il fratello del piccolo Giuseppe che ha dichiarato: “Giovanni Brusca non ci ha mai chiesto scusa”.

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