«Doveroso va alla famiglia di Giovanni che ci ha lasciato. Una tragedia che sentiamo vicina», ha iniziato cosi poco fa la conferenza stampa a Lecce il tecnico dei salentini Fabio Liverani, dedicando a Giovanni Custodero la partita di domani dei giallorossi contro il Parma. Un giovane tifoso e grandissimo appassionato di calcio che proprio dal Lecce aveva ricevuto in dono una maglia qualche mese fa, oltre al sostegno per fondi e richieste durante la battaglia contro il cancro alle ossa. L’ex portiere di calcio a 5 viene pianto ora non solo da tutta la Puglia ma da tutti coloro si erano imbattuti nelle sue testimonianze via social col sorriso sempre stampato in viso nonostante il dolore per le massacranti cure oltre al sarcoma stesso. «Bisogna chiedersi perché si debba attendere che farmaci sotto dosati producano l’effetto cercato, la morte, invece di somministrare una dose unica adeguata. Se si può fare, portando un malato in Svizzera, perché non lo si potrebbe fare rimanendo in Italia?», è invece la provocazione lanciata da Silvio Viale, presidente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, responsabile scientifico di EXxit-Italia e dirigente dell’Associazione Luca Coscioni, in merito alla morte di Giovanni Custodero, che ringrazia per «avere resi partecipi della sua storia, della sua malattia e della sua scelta» (la sedazione profonda, ndr).
LA BATTAGLIA CONTRO IL CANCRO E LA SEDAZIONE
Era in sedazione profonda dal giorno dell’Epifania ma questa mattina, purtroppo, la triste notizia in arrivò dalla Puglia: Giovanni Custodero, l’ex portiere di calcio a 5 malato da anni per un grave cancro alle ossa, è morto nella notte tra sabato e domenica. Ha lottato per 4 anni consecutivi, tra cicli di chemio nuove cure, speranze iniziali poi puntualmente disilluse dai nuovi esami: quel maledetto sarcoma osseo l’aveva costretto prima all’amputazione della gamba, poi era “tornato” dopo una breve tregua e aveva portato l’ex portiere salentino a soffrire per il ripresentarsi del tumore osseo a femori, clavicola, cranio. Il 27enne originario di Pezze di Greco, ma esploso calcisticamente al Fasano, dopo 5 interventi e altrettante sedute di radio e chemioterapie, il giorno dell’Epifania non ce l’ha fatta più e ha scritto ai suoi amici e followers sui social «Sarò sedato e potrò alleviare il mio malessere». Questa mattina la tristissima notizia, con la famiglia stretta attorno a quel giovane “guerriero” che ha sempre voluto prendere di petto la malattia provando ad essere prima di tutto un esempio per la propria famiglia e poi per tutti quelli che hanno imparato a conoscere Custodero sui social in questa lunga battaglia contro il cancro.
GIOVANNI CUSTODERO NON CE L’HA FATTA
«Spero di essere stato di aiuto per molte persone. Voglio per l’ultima volta ringraziarvi per ciò che siete stati, siete e sarete sempre: la mia forza», scriveva ancora Giovanni Custodero giusto il 6 gennaio scorso, prima di entrare in sedazione profonda per il troppo male dovuto allo stato ormai avanzato e terminale del suo sarcoma. La famiglia aveva poi informato su Facebook, sotto la lettera aperta di Giovanni, «è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui decide di amputare l’arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici […] lui non smette mai di sorridere. Vive col sorriso perché pensa che la sua vita sarebbe finita con la prima diagnosi, ma da quel giorno ogni alba è per lui un regalo dal valore inestimabile». Tantissimi i volti più e meno noti che avevano sostenuto Giovanni nella sua lotta contro la malattia: dalla squadra del Lecce alla Nazionale di Mancini, fino a Pio e Amedeo che giusto pochi giorni fa lo avevano salutato e sostenuto con un video sui social.