L’aumento di casi positivi e ospedalizzazioni delle ultime settimane ha fatto scattare l’allarme, ma Giovanni Di Perri invoca calma. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, il responsabile Malattie infettive dell’ospedale Amedeo Savoia di Torino ha spiegato che il picco arriverà tra fine luglio e inizio agosto, saranno numeri significativi. Ma non è tutto: “Anche così, trattandosi di positività sovente asintomatiche, scoperte per via indiretta, non ha più senso riempire gli attuali reparti Covid e riattivarne di nuovi”.
Le regole attuali rappresentano un doppio problema secondo Giovanni Di Perri. In primis, si riempiono i reparti Covid, ma non solo: “Senza considerare che essere seguiti direttamente nel reparto a cui afferisce il problema di salute dà maggiori garanzie”. Ed ecco la possibile soluzione: “Chi ha un problema cardiologico e risulta positivo deve restare in Cardiologia (anziché nei reparti Covid, ndr), ma isolato. E’ la soluzione che abbiamo appena perorato in una lettera alla Regione”.
GIOVANNI DI PERRI: “COVID È MENO AGGRESSIVO”
Entrando nel dettaglio della situazione epidemiologica, Giovanni Di Perri ha spiegato che il reparto all’Amedeo di Savoia è diventato qualcosa di equivalente ad una enorme geriatria: “Parliamo di persone in avanti con gli anni, e con un quadro clinico reso vulnerabile da diverse comorbilità”. L’esperto ha spiegato che i ricoveri legati esclusivamente al virus sono meno del 5 per cento. I sintomi della forma attuale del Covid sono febbre, forte mal di gola, bruciore ai bronchi, dolori muscolari e cefalea: “Mai sottovalutare le situazioni, però non dimentichiamo che lo scorso novembre i ricoverati in terapia intensiva erano quindici volte di più”. Giovanni Di Perri ha poi aggiunto: “Il virus evolve continuamente per adattarsi. Per fortuna, questo presuppone una serie di implicazioni: per aggirare i vaccini ha aumentato la contagiosità ma in compenso ha perso in virulenza”.