Il professor Giovanni Di Perri, infettivologo dell’Università di Torino, è il consulente scientifico della sperimentazione di fase tre all’Amedeo di Savoia del farmaco antivirale Molnupiravir. Proprio in queste ore, è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Repubblica”, sottolineando che si tratta dell’“‘intelligenza umana che ci mette una pezza”. Com’è noto, il medicinale sviluppato dall’azienda farmaceutica Merck ha un’efficacia contro il virus pari circa al 50%, ma non si tratta di un dato troppo negativo, secondo l’esperto: “L’efficacia di un antivirale non sta solo nella sua formulazione chimica. La facilità di assunzione è un fattore molto importante. Il Coronavirus nei primi 6-7 giorni è una malattia virale ed è in questa fase che il virus si moltiplica nell’organismo. Questo vuol dire che gli antivirali, studiati per bloccare la replicazione del virus, devono essere dati nella prima fase della malattia o diventano inutili”.



Di Perri ha poi aggiunto che il Remdesivir, il solo antivirale fino ad oggi impiegato contro il virus, va somministrato per endovena e lo stesso discorso vale per gli anticorpi monoclonali, che pure agiscono bloccando il Coronavirus. “Prima che un paziente acceda a questi trattamenti deve fare il tampone, aspettare il risultato, contattare il suo medico di famiglia, ricevere la valutazione dei suoi fattori di rischio, eventualmente raggiungere l’ospedale. Anche i migliori farmaci, dopo tutto questo tempo, perdono di efficacia”.



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DI PERRI: “MOLNUPIRAVIR FRUTTO DI UNA RICERCA IMPORTANTE”

Giovanni Di Perri ha poi ricordato che, per quanto concerne l’antivirale Molnupiravir, i test in vitro, sugli animali e ora sull’uomo, non hanno mostrato effetti collaterali: “Certo, l’uso su larga scala è diverso – ha aggiunto – e la sicurezza andrà valutata con attenzione. Ma se abbiamo un farmaco che per la sua semplicità può essere tenuto in casa e preso ai primi sintomi, togliendo di mezzo l’ostacolo del medico di base, aumenteremo di molto la probabilità che il Covid non assuma forme gravi”.



Gli antivirali elaborati contro il Coronavirus, ha chiosato Di Perri su “La Repubblica”, sono farmaci frutto di una ricerca rapida, “portata avanti con grandi rischi d’impresa. Le aziende devono riassorbire i costi. Ma se di antivirali ne arriveranno molti, ci penserà la concorrenza ad abbassare i prezzi”.