Anche “Il Collegio“, il programma più visto dai ragazzi italiani, si occupa di Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. D’altronde non avrebbe potuto essere altrimenti visto che la quinta edizione del programma di Rai Due è ambientata nel 1992, l’anno della strage di Capaci. Tutto riporta a quel 23 maggio 1992, quando il giudice che insieme al collega Paolo Borsellino aveva messo all’angolo Cosa Nostra, venne fatto saltare in aria, mentre si trovava in macchina sull’autostrada A29 nei pressi di Capaci, con una bomba composta da 500 kg di tritolo. Insieme a lui persero la vita, oltre alla moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi era, tra Giovanni Falcone e Francesco Morvillo, un amore fatto di comprensione e allo stesso tempo condivisione. La comune passione per il diritto, la speranza (o forse l’utopia) di poter cambiare il Paese applicando le leggi, erano tratti distintivi di due personalità indipendenti, uniti da un amore vero e profondo, forse riassunto perfettamente dalle parole scritte da Francesca Morvillo e trovate su un biglietto che Giovanni Falcone non ebbe il tempo di leggere: “Giovanni amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore. Francesca“.



GIOVANNI FALCONE E FRANCESCA MORVILLO

Forse soltanto un altro magistrato come Francesca Morvillo avrebbe potuto comprendere pienamente il sacrificio e la dedizione per la causa del marito Giovanni Falcone. Questo non ha mai significato essere una figura subalterna rispetto a quella del giudice antimafia, anzi, ha fatto della Morvillo una presenza fondamentale nella vita di Falcone. L’obiettivo della legalità divenne la stella polare del loro cammino, al punto di sacrificare su quell’altare l’idea di creare una famiglia “normale” perché, come le disse un giorno Falcone “non si fanno orfani, si fanno figli“. La scelta d’amore dei due è resa ancora più forte dalla consapevolezza dei rischi quotidiani a cui entrambi andavano incontro per aver giurato guerra a Cosa nostra. E si può dire che proprio questa unità d’intenti, questo legame più forte della paura, abbia oltrepassato anche i confini terreni che un attentato vigliacco gli ha imposto. Si spiega così il fatto che le ultime parole pronunciate da Francesca Morvillo, morta non nell’immediatezza dell’esplosione ma a causa delle lesioni interne riportate, siano state: “Dov’è Giovanni?“. Impossibile immaginare di separarli.

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