Giovanni Falcone è morto il 23 maggio 1992 in un attentato di stampo terroristico a Capaci. Il magistrato antimafia è stato ucciso nella strage di Capaci dove hanno perso la vita anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Intorno alle ore 17.57 del 23 maggio del 1992, un tratto dell’autostrada A29 nei pressi dell’uscita di Capaci viene fatto saltare in aria con 500 chili di tritolo sistemati in dei fustini ubicati sotto le carreggiate. Una strage di stampo mafioso organizzata da Totò Riina con la complicità di Giovanni Brusca, Nino Gioè, Giovanni Battaglia e Salvatore Biondino. Gli uomini della scorta di Giovanni Falcone morirono sul colpo, mentre lui con la moglie Francesca Morvillo e l’autista sono ancora vivi a bordo della Fiat Chroma. Nel libro “Gli ultimi boss” John Follain scrive: “i tre corsero verso l’auto distrutta del giudice e videro i tre passeggeri: Falcone al posto di guida, Francesca seduta accanto e Costanza, l’autista gravemente feriti. Falcone muoveva la testa avanti e indietro, con il viso ridotto a una maschera di sangue”. Per il magistrato Falcone c’è stato poco da fare, visto che è morto in ospedale per emorragie interne.
Maria Falcone, la sorella di Giovanni Falcone
A distanza di 28 anni dalla morte di Giovanni Falcone e dall’attentato di Capaci, la sorella Maria Falcone continua a far sentire forte e chiara la sua voce contro la mafia. “Non abbassare mai la testa, essere coraggiosi e compiere sempre e fino in fondo il proprio dovere. Il futuro è tutto nelle loro mani” ha dichiarato la sorella del giudice Falcone in un’intervista rilasciata a Onuitalia.it che ha voluto condividere anche il pensiero del fratello: ” Giovanni sosteneva che la mafia sarebbe stata certamente sconfitta. La mafia non è sempre esistita, è un fenomeno umano, e come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio e avrà una fine”. Non solo, durante la conferenza stampa di presentazione degli eventi che si terranno il 23 maggio per ricordare la strage di Capaci e l’attentato di Giovanni Falcone, la sorella Maria ha detto: “i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine, ma anche i comessi dei supermercati”, tutti coloro che in questi mesi di emergenza non si sono mai fermati “eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. La donna ha tenuto a fare una importante precisazione: “il messaggio che dobbiamo dare quest’anno è che le istituzioni, la democrazia, la vita di un Paese si salvano solo attraverso il compimento del proprio dovere, che in alcuni casi, come nel ’92 diventa eroismo – sottolineando – “questo punto di contatto con gli eroi di oggi, ci ha portato a pensare a una manifestazione in questa chiave: gli eroi di questi giorni”. Maria Falcone, infatti, ha riscontrato una similitudine tra le stragi della mafia del ’92 e la pandemia del Coronavirus: “due fatti che hanno segnato la vita della nostra Italia sono simili e così come dopo le stragi del ’92 siamo riusciti a farcela con l’aiuto di tutti gli italiani”.